martedì 22 dicembre 2015

Spagna, i socialisti a Rajoy: "Nessun appoggio". Podemos prova ad approfittare dello stallo

Sarà molto difficile per il leader del Partito popolare spagnolo Mariano Rajoy trovare una maggioranza che possa appoggiare un suo secondo governo. Così, pur essendo stato il partito più votato, il PP rischia di non poter governare. Un po' come successe a Bersani e al Pd nel 2013. Ma per la Spagna, abituata al bipartitismo, è difficile pensare a fragili e anomale alleanze. 

 
Rajoy si è detto convinto di potercela fare, ma la strada è tutta in salita. Con i suoi 123 seggi su 350 potrebbe tentare un esecutivo di minoranza, ma per ora solo Ciudadanos di Albert Rivera, 40 seggi, potrebbe votare a favore. Per avere la maggioranza, però, sarebbe necessario comunque l'appoggio di qualcuna delle piccole formazioni autonomiste. Rajoy dovrà vedersela poi con la netta opposizione di Psoe e Podemos. I socialisti hanno detto che voteranno contro e anche Podemos, vero vincitore del voto e primo partito in Catalogna e nei Paesi Baschi, ha detto che farà di tutto per impedire a Rajoy di restare al potere. Il re Felipe VI avrà il difficile compito di trovare una mediazione.  Se Rajoy non dovesse riuscire a formare il governo, l'incarico potrebbe essere affidato al socialista Sanchez, che tenterà di trovare alleati in Podemos, nei nazionalisti baschi o nei 17 indipendentisti catalani. Il leader di Podemos Pablo Iglesias, che ha vissuto un anno a Bologna ed è un ammiratore di Enrico Berlinguer, ha parlato ieri di «compromiso historico» per cambiare il sistema e la costituzione ma ha fissato cinque condizioni irrinunciabili che difficilmente il Psoe potrà accettare.  Podemos chiede infatti un referendum sull'indipendenza della Catalogna, una legge elettorale proporzionale, la blindatura dei diritti sociali, l'indipendenza della giustizia e la fine dei passaggi degli ex ministri ai consigli di amministrazione delle grandi imprese. Se tutti i tentativi dovessero fallire si tornerà alle urne in primavera. Intanto, l'allarme governabilità ha fatto cadere del 3,6% la Borsa di Madrid.

Panico al parco dei divertimenti: turisti bloccati nella giostra alta 120 metri

Panico al parco dei divertimenti: la giostra si blocca a 120 metri.TURISTI BLOCCATI NELLA TORRE Decine di turisti, almeno una cinquantina, sono bloccati da almeno due ore sulla torre panoramiche di SeaWorld, nel parco divertimenti di Orlando, in Florida. 

La polizia e i vigili del fuoco sono sul posto e stanno lavorando per poter sbloccare la torre, alta 121,9 metri.  «Stiamo in costante contatto con i turisti e stiamo facendo tutto il possibile per liberarli», ha detto un vigile del fuoco. La Torre panoramica, la piu« alta in Florida, è una delle principali attrazioni del parco.

lunedì 21 dicembre 2015

Rade a zero la figlia di 7 anni e la convince di avere il cancro per raccogliere soldi: arrestata

Non sempre la parola mamma si coniuga con bontà e tenerezza. Ci sono mamme in questo mondo che si meritano a pieno titolo la qualifica di “madri snaturate”, madri cioé che tradiscono la stessa natura umana.

E in questa categoria un posto d’onore va a Juanita Ortiz Garcia, una 46enne di Hidalgo, una cittadina all’estremo sud del Texas. Questa madre è in prigione per sfruttamento di minorenne. Per far soldi infatti la signora Ortiz Garcia ha rasato la testa della sua bambina di sette anni, le ha fasciato un braccio, e poi ha messo su un sito social la notizia che la sua “principessina” stava morendo di cancro. Secondo la sua ricostruzione, alla piccola rimanevano pochi mesi di vita. Madre snaturata per eccellenza, la signora ha rifilato anche alla bambina la stessa bugia. Lo scorso giugno le ha detto che le rimanevano pochi mesi di vita. Le ha anche fatto indossare una maglietta rosa che diceva: “Non sono un maschietto, sono una bambina che combatte contro il cancro”.  In tal modo la signora è riuscita a farsi dare contributi da vari conoscenti, mentre il suo appello girava e arrivava pure alle radio della contea. Ma è stato proprio il fatto che stesse circolando tanto che alla fine l’ha condannata. Alcuni funzionari dell’ufficio di assistenza all’infanzia si sono chiesti come mai la madre non avesse chiesto aiuto anche alle strutture pubbliche. Una telefonata alla polizia, lo scorso ottobre, ha messo in moto una cauta inchiesta. E tre giorni fa, il fermo, l’interrogatorio e l’arresto: “Durante l’interrogatorio la signora ha ammesso di aver mentito” ha detto il sergente J.P. Rodriguez. La signora è ora in stato di fermo. La bambina è stata presa in affidamento dai servizi sociali. Un approfondito check-up medico ha rivelato che è sanissima, solo molto spaventata.  Secondo il National Cancer Institute negli Stati Uniti l’anno scorso quasi 2 mila bambini e teen-ager sotto i 19 anni sono morti di cancro. Una cifra tristissima, che purtroppo può aprire le porte a imbrogli come quello escogitato dalla signora texana. Per quanto rivoltante il suo trucchetto possa apparirci, non è nè il primo nè (è drammatico doverlo ammettere) sarà l’ultimo. Nel 2013 ad esempio la signora Sandy Nguyen ricamò una storia quasi identica: convinse tutti che il suo bambino di sei anni aveva il cancro in fase terminale. La comunità di Aurora, in Colorado, raccolse 25 mila dollari per pagare a lei e al bambino un ultimo viaggio a Disneyland. Anche lei rasò la testa del figlioletto, per riuscire più convicente. L’anno scorso invece è stata arrestata in Iowa la trentenne Leatha Kaye Slauson, che aveva ricevuto la solidarietà di un’intera comunità perché la sua bambina di cinque anni “stava morendo di cancro al colon”. La signora Slauson era arrivata anche a somministrare alla bambina un farmaco che procurava forti crampi addominali, in modo che la storia apparisse più realistica.  Due giorni fa, nel comunicare alla stampa l’arresto della signora Oriz Garcia, il tenente Rodriguez ha mandato un messaggio di cautela: “Non voglio dissuadere la gente dall’essere generosa, soprattutto ora che siamo nella stagione natalizia e vorremmo correre in soccorso di chi ha bisogno. Ma raccomando a tutti di stare attenti e di informarsi bene. Non tutto quel che leggiamo sui social network è vero”.

domenica 20 dicembre 2015

Il papà fa il bagno con la figlia di due anni. "È pedofilia", ma lui risponde così

Una fotografia di un papà che fa il bagno nella vasca di casa con la sua bambina di due anni ha suscitato non poche polemiche in Danimarca, dove il comico Torben Chris è stato additato persino come pedofilo dai suoi followers. Chris, in realtà, aveva pubblicato la foto proprio per schierarsi a favore dell'abbattimento del tabù della nudità tra padri e figli in seguito a una sua trasmissione, 'jydelogik', in cui si era dibattuto l'argomento.

 Sotto la foto scrive: "Qualcuno mi ha detto di essere stato accusato di pedofilia per aver fatto il bagno con sua figlia di due anni. Un altro mi ha detto di essere stato messo in guardia contro l'incitamento alla pedofilia dopo aver pubblicato la foto di una treccia sulla schiena nuda della figlia di 11 anni. C'è anche un padre la cui moglie ritiene inopportuno che la figlia lo veda fare pipì".  Dopo aver portato come esempio le esperienze altrui, Chris esprime il suo modo di vedere le cose: "Ascoltate. Bambini e adulti possono stare nudi insieme. Non c'è niente di sbagliato in un padre che lava il culetto della figlia quando è piccola. Al contrario, è disgustoso se lui non lo fa e scorretto che sia solo la madre a farlo". "Se non fossimo stati capaci di sostenere la nostra nudità, saremmo nati con i vestiti addosso. La nudità con il vostro bambino non è grave, ma naturale. Un padre sotto la doccia con sua figlia non è pedofilia, è divertente".

venerdì 18 dicembre 2015

Banche, arriva l'anticorruzione: Renzi incarica Cantone

Sarà l'Authority anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone a gestire gli arbitrati per gli obbligazionisti secondari colpiti dal crac delle quattro banche. «Nelle prossime ore faremo tutto il possibile perchè chi è stato truffato possa avere i soldi», continua ad assicurare il premier Matteo Renzi.  

 
L'annuncio della discesa in campo dell'Anac è giunto a sorpresa e ha sollevato da subito un vespaio di polemiche anche per il moltiplicarsi dei compiti affidati all'Autorità. L'ipotesi di attribuire la gestione degli arbitrati alla Consob però è stata subito accantonata, viste anche le proteste dei consumatori che contestano fra l'altro l'assenza dei controlli Consob prima che scoppiasse la bufera. Il Movimento 5 stelle però attacca: «È una scelta mediatica. Ormai Renzi usa Cantone anche per dirigere il traffico». I gruppi di Forza Italia e della Lega al Senato hanno presentato un disegno di legge per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sul sistema bancario.  Il premier ha giustificato la scelta sostenendo che Cantone è una «garanzia di assoluta terzietà e indipendenza». La linea, ha aggiunto, sarà quella del «massimo rigore. Il governo non ha nessuna paura della trasparenza totale». Il presidente dell'Autorità, dal canto suo, ha proposto che ad occuparsi della delicata questione possa essere «la Camera arbitrale, un organismo interno all'Autorità, ma autonomo e indipendente, formato da giuristi ed esperti di altissima professionalità, a cominciare da chi lo presiede, il professor Ferruccio Auletta».  Intanto i risparmiatori che hanno perso tutti i soldi investiti in obbligazioni subordinate di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti non si accontentano delle soluzioni individuate dal governo e preparano nuove iniziative di protesta. Il prossimo 22 dicembre è stato organizzato un sit-in davanti alla sede romana della Banca d'Italia, mentre il Codacons ha annunciato azioni legali per riavere il rimborso totale dei soldi persi.

Jet russo abbattuto dalla Turchia, Mosca apre la scatola nera in diretta tv

Si sta svolgendo in diretta tv l'apertura della scatola nera del jet russo abbattuto dalla Turchia. Mosca fa sapere che gli esperti di Cina e Gran Bretagna hanno deciso di prendere parte all'indagine che analizzerà i dati di navigazione del Su-24M. Questa parte dell'indagine inizierà domani.

«Per assicurare la massima trasparenza, abbiamo contattato esperti di 14 diversi paesi invitandoli a prendere parte ai lavori come osservatori», ha precisato il vice comandante delle forze aeree russe Sergey Dronov. «Molti hanno rifiutato per diverse ragioni, tranne Liu Chang Wei dalla Cina e Jonathan Gillespie dalla Gran Bretagna», ha aggiunto. «Ci siamo inoltre rivolti alla IAC - la commissione interstatale per l'aviazione - perchè ha una considerevole esperienza nelle indagini degli incidenti aerei e possiede tecnologie moderne che soddisfano tutti gli standard internazionali», ha concluso.  I risultati dell'indagine sulla scatola nera verranno resi pubblici lunedì 21 dicembre. Lo ha detto il vice comandante delle forze aeree russe Sergey Baynetov.

Blacklist di ebrei pubblicata sul sito Radio Islam: la procura di Roma apre un'inchiesta

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo in relazione alla diffusione di una lista di personalità di religione ebraica apparso sul sito Radio Islam. Minaccia e diffamazione, con l'aggravante dell'odio razziale, i reati ipotizzati, per il momento contro ignoti, a piazzale Clodio.

Gli accertamenti sono stati delegati alla Polizia postale e non è escluso che a breve il sito possa essere oscurato. Nel sito compaiono i nomi in una lista finita «degli ebrei influenti in Italia» di imprenditori, intellettuali e giornalisti oltre ad una serie di documenti sul «potere ebraico» in Italia. Tra i nomi citati nel lungo elenco anche quelli dei giornalisti Roberto Saviano, Paolo Mieli, Enrico Mentana, Gad Lerner e Clemente Mimum e degli imprenditori Carlo De Benedetti, John Elkann e Franco Bernabè.  «La decisione di Radio Islam di pubblicare un elenco di ebrei sionisti influenti nell'informazione e nello spettacolo in Italia è un'iniziativa squallida, razzista e intollerabile». Lo affermano, in una nota, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, presidente e segretario generale della Fnsi. «In primo luogo - sottolineano Giulietti e Lorusso - offende i musulmani che hanno scelto la strada del dialogo e del rispetto. Queste liste ricordano tempi bui e muri che tutti dovremmo abbattere».

lunedì 14 dicembre 2015

Banche, vietata la vendita di bond subordinati? Renzi: "Chi strumentalizza i morti fa schifo"

Dopo lo scandalo banche, che ha colpito tanti piccoli risparmiatori, Bankitalia prova a correre ai ripari mettendo al primo posto la tutela del consumatore e del cliente.  
Il direttore generale Salvatore Rossi, ospite di Lucia Annunziata su RaiTre, suggerisce così di introdurre il «divieto di vendita al pubblico al dettaglio di prodotti come le obbligazioni subordinate». Una richiesta che, secondo Rossi, via Nazionale aveva fatto in più occasioni, anche se «a volte la nostra voce è flebile».


Bankitalia, per la prima volta attraverso un'intervista televisiva, prova a ricostruire un clima di fiducia fra risparmiatori e sistema bancario. Ed esclude un'omessa vigilanza: «Siamo convinti - afferma Rossi - di avere fatto il meglio possibile e che anche Consob lo abbia fatto». La preoccupazione però per un effetto domino che spinga i risparmiatori intimoriti ad abbandonare le piccole banche rimane.  Le Nuove Banche CariFe, CariChieti, Marche e Etruria intanto chiariscono le cifre sulle obbligazioni subordinate vendute dai quattro vecchi istituti: sarebbero coinvolti 12.500 risparmiatori privati per un capitale complessivo di 431 milioni. Per 8.020 clienti la situazione non sarebbe di emergenza poiché la «concentrazione nel portafoglio in obbligazioni subordinate è inferiore al 30% dei loro investimenti». I più esposti sarebbero invece 1.010 obbligazionisti (persone con meno di 100 mila euro di risparmi presso la banca) con una «concentrazione di bond subordinati superiore alla metà del proprio patrimonio. Il controvalore di tali obbligazioni è pari a 27 milioni».  I risparmiatori coinvolti dal provvedimento salvabanche emanato per il salvataggio di Carife, banca Etruria, banca Marche e Carichieti hanno manifestato ieri a Firenze, ma a distanza dalla stazione Leopolda dove era in corso la kermesse renziana. Il governo rimane intenzionato a costituire un fondo di garanzia da 100 milioni per risarcire parzialmente gli obbligazionisti. I cittadini coinvolti vorrebbero che le risorse da destinare al fondo fossero invece più consistenti.  Il premier Renzi è tornato sull'argomento, assicurando che «chi ha sbagliato pagherà. Non ci sono intoccabili». Poi ha respinto accuse e polemiche attaccando: «Chi pensa di strumentalizzare la morte delle persone personalmente mi fa schifo. Le polemiche politiche si fanno a viso aperto».

Smog senza tregua: da giovedì si viaggia su bus, tram e metropolitana col biglietto unico giornaliero

Smog senza tregua a Milano. Così il Comune vara nuovi provvedimenti contro l'inquinamento. Da giovedì prossimo 17 al 24 dicembre, con un solo biglietto ordinario da 1,50 euro si potrà salire tutto il giorno su tram, bus e metrò. In pratica tutti i biglietti singoli, normalmente validi per un solo viaggio, diventano giornalieri. Il tutto per incentivare l'uso dei mezzi pubblici, anche considerando il periodo dello shopping natalizio.



Il provvedimento vale sulla rete metropolitana e di superficie gestita da Atm e comprende i titoli urbani, interurbani e cumulativi nonché la singola timbratura del carnet da 10 viaggi. Da lunedì 14 dicembre , invece, verranno prorogati anche gli incentivi che erano stati sospesi venerdì scorso. E cioè il bike sharing giornaliero gratuito e il viaggio gratis sui mezzi di superficie - dove non si timbra - per chi accompagna i bambini a scuola.
Domani ripartono anche i divieti antismog del protocollo provinciale: a Milano e nei comuni dell'hinterland che hanno aderito stop ai veicoli diesel Euro 3 senza fap, dalle 8.30 alle 18 (dalle 7.30 alle 10 per quelli commerciali), un grado in meno da 20 a 19 (con due gradi di tolleranza) e di due ore di accensione dei riscaldamenti in abitazioni private, uffici ed edifici pubblici e l'invito ai commercianti a chiudere le porte per non disperdere calore.

Francia, Front National perde ai ballottaggi Marine Le Pen: "Rovinerò la vita al governo"

Il fronte comune tra i socialisti di Hollande e i Républicains di Sarkozy ha funzionato. Il Front National di Marine Le Pen è stato sconfitto in tutte le Regioni al secondo turno delle amministrative in Francia. La leader della destra staccata di oltre 15 punti nel Nord Pas de Calais-Picardie. Cresciuta l'affluenza: alle 19 aveva votato il 58,5% degli aventi diritto, in rialzo di 7 punti rispetto al 2010.

Sette regioni sono state conquistate dai Republicains, cinque dai socialisti.  
Bertrand invece ringrazia gli elettori di sinistra - Bertrand ha subito preso la parola nel suo quartier generale per ringraziare chi lo ha votato, anche "gli elettori di sinistra che hanno fatto sbarramento" contro l'estrema destra: "Non è una mia vittoria, non è una vittoria politica, è la vittoria della gente", ha detto.  
Le Pen: "Grazie a chi ci ha votato" - Accerchiata, furente per il fine campagna "vergognoso e violento", Marine aveva avvertito già prima del voto: "Rovinerò la vita al governo, ogni minuto di ogni giorno". Difficile dubitare che non manterrà la promessa. La leader del partito di ultra destra ha espresso poi "gratitudine ai più di 6 milioni di francesi che hanno votato Fn e hanno saputo rifiutare le intimidazioni e le manipolazioni". "Ora la divisione non è più tra destra e sinistra ma tra i mondialisti e i patrioti", ha sottolineato.  Valls: "Pericolo non è eliminato" - "In un momento grave, non abbiamo ceduto niente". Così il primo ministro socialista, Manuel Valls, dopo l'annuncio dei ballottaggi alle elezioni regionali. Tuttavia, il premier ha subito avvertito che non è proprio il caso di rilassarsi: "Nessun sollievo, nessun trionfalismo, nessun messaggio di vittoria poiché il pericolo dell'estrema destra non è eliminato. Dobbiamo dimostrare - ha concluso - che siamo capaci di restituire la voglia di votare per e non unicamente contro".   
Sarkozy: "Non dimenticare l'avvertimento dato dagli elettori" - "Questa mobilitazione di elettori non deve essere usata come pretesto per dimenticare l'avvertimento dato dai francesi al primo turno - ha detto Sarkozy. L'unità nel partito, l'unione con il centro e il rifiuto di ogni compromesso con l'estrema destra ha permesso questo risultato. Per questo, questi principi devono restare nostri anche in futuro".  
Gelo nella roccaforte FN - Gelo e silenzio nella roccaforte del Front National a Henin-Beaumont alla lettura delle proiezioni del voto. Dopo qualche minuto, davanti al risultato della sconfitta di Marine Le Pen nel Nord-Pas-de-Calais, applauso di consolazione scandendo il nome "Ma-ri-ne, Ma-ri-ne", e fischi e urla di fronte al discorso del vincitore Xavier Bertrand.   
Male anche la nipote Marion - Nel Paca, la regione Provence-Alpes-Cote d'Azur, il candidato conservatore, Christian Estrosi (Republicains), conquista il 53,5% contro il 46,5% di Marion Marechal Le Pen, nipote di Marine. FN sotto di 10 punti in Alsazia - Non va meglio al Front Narional nella triangolare del "Grand Est", la regione Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, dove il candidato dei repubblicani Philippe Richert conquista il primo posto. Secondo le prime stime è al 47,6% delle preferenze contro il 36,6% del candidato lepenista Florian Philippot. Meno del 16% per Jean-Pierre Masseret, il "terzo incomodo" dei socialisti che rifiutò l'ordine di scuderia di ritirarsi dalla corsa per favorire la vittoria della destra moderata. 
In Corsica vince il nazionalista Gilles Simeoni - Il nazionalista Gilles Simeoni ha vinto il ballottaggio delle regionali in Corsica con il 35,34% dei voti, davanti a Paul Giacobbi (Diversi sinistra, 28,49%), Josè Rossi (unione destra, 27,07%) e Christophe Canioni (Front National 9,09 %). 
FN fa record di voti - Con oltre 6,6 milioni di voti, il Front National ha battuto il suo record di preferenze in Francia, stabilito nel 2012 alle presidenziali. Il partito di Marine Le Pen non ha conquistato nessuna regione ai ballottaggi ma ha superato tutte le precedenti elezioni in numero di preferenze. Sul piano percentuale, con oltre il 28% ha superato il record del 27,73% di domenica. Ma con oltre 6,6 milioni di voti in termini assoluti ha battuto il numero di suffragi delle presidenziali 2002, quando Jean-Marie Le Pen arrivò al ballottaggio con 6.421.426 voti.

Natale caldo, settimana di scioperi da medici a commessi: rischio disagi ospedali e negozi

Si preannuncia una settimana calda sul fronte lavoro, con medici, commessi, statali in protesta contro contratti scaduti, assunzioni bloccate, mentre si devono affrontare cambiamenti non da poco, come i nuovi paletti su orari e turni negli ospedali. Questioni che con tutta probabilità si trascineranno anche dopo le manifestazioni e le proteste in calendario da martedì a sabato. 

  Insomma, come recita lo slogan dei dipendenti pubblici, che il 15 saranno davanti a Montecitorio, «non andiamo in vacanza», neppure a Natale. «Sotto l'albero», spiegano «non vogliamo regali, ma un contratto giusto». Il giorno dopo incroceranno le braccia per 24 ore i camici bianchi del servizio sanitario nazionale.  E si prevedono disagi anche per lo shopping natalizio, sabato 19, data fatidica per i regali, i lavoratori del commercio si fermeranno e con loro negozi, centri commerciali e supermercati. Tra i più arrabbiati ci sono i medici, che mercoledì faranno sentire tutta la loro rabbia, a scioperare infatti sono tutte le sigle della categoria.  Nel mirino le risorse del Fondo Sanitario Nazionale, considerate insufficienti, il rinnovo dei contratti, bloccati da sei anni, il piano dei vaccini, c'è preoccupazione per il suo finanziamento, ma anche provvedimenti come quello sull'appropriatezza. E non soddisfa i sindacati del settore la soluzione trovata per adeguarsi alle nuove regole sugli orari. L'emendamento alla legge di Stabilità per sbloccare il turnover da inizio anno. L'associazione dei medici ospedalieri ha definito la proposta come «l'ennesima beffa».  Molte delle motivazioni alla base della mobilitazione dei medici si incrociano con quelle del pubblico impiego tout court, che dopo la manifestazione del 28 novembre, si ritroverà a protestare martedì, davanti alla Camera dei deputati, in piazza Montecitorio. Un sit-in, proclamato unitariamente dai sindacati, per chiedere un aumento dei fondi per il rinnovo del contratto, il cui congelamento, che prosegue dal 2009, quest'estate è stato giudicato illegittimo da parte della Corte Costituzionale.  Anche il settore del commercio torna a protestare a poche settimane dall'ultimo sciopero. Le categorie di Cgil, Cisl e Uil lamentano infatti come, «nonostante la mobilitazione» di inizio novembre «non sia arrivato alcun segnale di apertura al confronto, nessun cambio di passo che possa dare adito alla riapertura dei negoziati» per il nuovo contratto dei dipendenti della Federdistribuzione, Distribuzione Cooperativa e Confesercenti. Come per lo sciopero del mese scorso, anche questa volta c'è da aspettarsi saracinesche chiuse, lavoratori in strada e striscioni. Per sabato è prevista anche una manifestazione di piazza a Milano.

La bizzarra difesa di un milionario

Ehsan Abdulaziz, 46 anni, è un milionario inglese accusato di aver violentato una ragazza 18enne. Ma l'uomo si difende: "Non l'ho stuprata, le sono caduto addosso e l'ho penetrata per sbaglio".
 Accade a Londra. Come riporta il Telegraph, nell'agosto 2014, dopo una serata in un club, l'uomo sarebbe tornato a casa con una ragazza 18enne conosciuta alcuni mesi prima e un'amica coetanea della giovane.

Abdulaziz si sarebbe appartato in camera da letto per fare sesso con la ragazza che già conosceva, mentre l'altra sarebbe rimasta a dormire sul divano.  "Ma proprio quest'ultima - afferma l'accusa - si sarebbe svegliata con l'uomo sdraiato su di lei che la penetrava". A quel punto la presunta vittima se ne sarebbe andata e avrebbe chiamato la polizia.  In un primo momento, Abdulaziz avrebbe negato tutto dicendo di essere stato adescato dalla ragazza, che poi senza motivo avrebbe cambiato idea. E con la quale non avrebbe fatto sesso.
 Ma quando sul corpo della giovane vengono rinvenute tracce del Dna dell'uomo, in tribunale la difesa di Abdulaziz cambia strategia e racconta una versione che ha dell'incredibile: "Il nostro assistito aveva fatto sesso con l’amica della ricorrente e quando è andato in salotto il suo pene era ancora eretto e aveva dello sperma sulle mani. A quel punto la ragazza ha spinto le mani dell’uomo verso la propria vagina. Lui afferma di essere effettivamente caduto su di lei e che il suo pene potrebbe averla penetrata".  Il processo al tribunale di Southwark è in corso.

venerdì 11 dicembre 2015

La 'sposa bambina' a nozze con un anziano: ecco come reagiscono i passanti

A passeggio per Beirut con la sua nuova sposa. Peccato che l'uomo in questione sia anziano e la sposa sia chiaramente minorenne.
Secondo l'Unicef sono circa 70 milioni le ragazze minori costrette a sposarsi con uomini spesso molto più vecchi di loro e le nozze con le baby spose, ad esclusione della Cina, sono prerogativa di tutti i paesi in via di sviluppo.  


L’organizzazione umanitaria Kafa, che si batte contro la violenza e lo sfruttamento delle donne di ogni età, ha messo in scena questo esperimento sociale. Hanno fatto girare per la città di Beirut, piena di turisti anche occidentali, una bimba in abito da sposa e quello che nella finzione è suo marito, che potrebbe farle da nonno.
Le reazioni sono le più disparate: c'è chi resta indifferente e chi invece si avvicina alla bambina e cerca di convincerla a scappare.

Tortura la moglie, chiude il cane in lavatrice e poi lo impicca davanti ai figli. Padova sotto choc

Un incubo durato per anni,violenze inaudite inflitte per puro divertimento. Padova è sotto choc per un'orribile storia di maltrattamenti in famiglia.   Secondo quanto riporta "Il Mattino di Padova", per un veneto di 39 anni, in passato già arrestato per furti e rapine, è scattata una nuova ordinanza di custodia cautelare con la quale si contestano i reati di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, violenza sessuale e maltrattamenti contro gli animali.   

QUATTRO FIGLI E UN CAGNOLINO. Vittime dell'aguzzino la moglie e i quattro figli, «da almeno cinque anni bersagli di violenze, torture e sevizie quotidiane compiute solo per noia e per divertimento», scrive il quotidiano, senza risparmiare il cagnolino di casa, finito più volte in lavatrice e infine impiccato al termosifone davanti ai figli.  INDAGINE. A far scattare l'inchiesta affidata alla Squadra mobile è stata la figlia 16enne che si è rivolta al "Telefono Azzurro". «Quando si faceva la doccia, ci costringeva ad asciugargli i piedi... Poi ci costringeva a picchiarci tra noi mentre lui guardava. E se fingevamo, erano cinghiate... Capitava che ci bruciasse con la fiammella dell'accendino sotto le ascelle. E se si svegliava nel cuore della notte, ci costringeva a fargli da mangiare... Più volte per diverse ore ha chiuso la mamma legata, e anche noi, dentro un armadio - scrive il "Il Mattino di Padova" riportando il racconto dei figli dell'uomo - un giorno ha legato mani e piedi nostra madre, l'ha torturata con un cacciavite e le ha passato sulla pelle la fiamma dell'accendino. Faceva tutto questo per divertimento. Per noi c'era una sberla al giorno: voleva sentirsi onnipotente. Quando non sapeva cosa fare diceva: 'Passiamo il tempo... vi picchiò». I ragazzi ora sono ospiti di una comunità protetta insieme alla mamma.

giovedì 10 dicembre 2015

Blitz contro il clan dei Casalesi: 24 arresti. Sindaco, imprenditori e politici sotto accusa

C'è anche il sindaco di Trentola Ducenta tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare eseguita questa notte dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile di Caserta in Terra di Lavoro.
Michele Griffo, attualmente ricercato, risponde di concorso esterno in associazione mafiosa.  La misura ha colpito anche l'ex primo cittadino, Nicola Pagano, alcuni assessori e il responsabile dell'ufficio tecnico del comune. 


 
Fulcro l'inchiesta è il centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta "che - scrive il gip - a partire dall'anno di costruzione ad oggi è diventato una potenza economica, il cui valore è passato dai due miliardi di lire agli attuali 60 milioni di euro e ciò è stato possibile - sostiene il giudice - grazie alla forza politica ed imprenditoriale di Michele Zagaria".  L'ipotesi accusativa vede i fratelli Falco, sulle carte proprietari del Jambo, come marionette nelle mani del boss: "Alessandro Falco - sostengono i pm della Dda di Napoli - era il custode della liquidità della famiglia Zagaria e per conto del boss gestiva i rapporti imprenditoriali e politici. L'imprenditore incontrava il padrino dei Casalesi durante la sua latitanza per recepirne le direttive: era il suo alter ego".  Quanto ai politici finiti nel mirino, e in particolare al primo cittadino, i suoi rapporti con gli Zagaria si sarebbero concretizzati nella disponibilità da parte del sindaco Griffo - e degli altri amministratori e funzionari comunali coinvolti - ad emettere licenze, convenzioni e appalti pubblici per soddisfare le esigenze del clan e degli imprenditori ad esso vicini. In cambio, Griffo avrebbe ottenuto appoggio elettorale da parte della cosca.  Il Jambo è finito sotto sequestro. Sotto i riflettori, oltre ai lavori di ampliamento che hanno aumentato negli anni la superficie del parco commerciale, anche lo svincolo della strada statale 265, l'uscita di Trentola Ducenta. Più volte quello svincolo è stato definito dalle autorità preposte pericoloso perché realizzato non a norma di legge, tuttavia adesso la Dda inquadra la vicenda sotto una luce nuova: l'uscita sarebbe stata realizzata per favorire l'afflusso di clienti al centro commerciale, visto che per entrare a Trentola si è praticamente "obbligati" a transitare davanti agli ingressi del Jambo. E non è tutto.  Le buste d'offerta in occasione della gara d'appalto per la realizzazione dell'uscita sarebbero state aperte anzitempo per consentire agli imprenditori vicini a Zagaria di conoscere in anticipo le somme indicate dalle imprese concorrenti e poter avanzare la proposta più vantaggiosa e quindi vincente.

Isis, Al Baghdadi si trova in Libia Pentagono: "Siamo in guerra"

Il leader dell'Isis Al Baghdadi si trova a Sirte, in Libia. Lo riferisce l'agenzia iraniana Fars. Sarebbe giunto nel Paese nordafricano dalla Turchia, dove era stato portato per curare le gravi ferite riportate a ottobre in un raid iracheno. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, non conferma: "Non so se sia in Libia ma sappiamo che l'Isis è a Sirte". Il Pentagono: "Siamo in guerra contro lo Stato Islamico".

Anche per le milizie dell'Alba della Libia, alleate con il governo islamico di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, al Baghdadi si troverebbe sul suolo libico, mentre il sottosegretario agli Interni del governo di Tobruk Faraj Saleh, riconosciuto dalla comunità internazionale, ha invece dichiarato che notizie di intelligence confermano i tentativi di al-Baghdadi di entrare in Libia, ma non ci sono certezze sul fatto che ci sia riuscito.
Secondo Lavrov, per Al Baghdadi "è importante dimostrare che l'espansione del Califfato prosegue". Sirte è da tempo una roccaforte dello Stato islamico in Libia. Da settimane è costante l'afflusso di combattenti provenienti da diversi Stati.
Pentagono: "In guerra contro l'Isis" - "La realtà è che siamo in guerra". Lo ha detto il capo del Pentagono, Ash Carter, parlando della strategia degli Stati Uniti contro l'Isis. Carter, in un'audizione davanti alla commissione Difesa del Congresso, ha poi sottolineato di aver "personalmente contattato" 40 Paesi per chiedere un maggiore contributo nella lotta allo Stato islamico.

Bitcoin, caccia all'inventore: perquisita la casa di un imprenditore australiano

Giallo risolto? Si, no, forse. Perché Satoshi Nakamoto, il misterioso e sfuggente creatore di Bitcoin (ovvero la moneta elettronica), sarebbe in La notizia è stata pubblicata quasi in contemporanea da due testate americane, “Wired” e “Gizmodo”, che negli ultimi mesi hanno ricevuto una serie di documenti e email da una fonte anonima.


Se i documenti rusiltassero davvero autentici, Wright potrebbe essere in effetti coinvolto nella creazione della cripto moneta insieme a un suo partner morto nel 2013, l'americano Dave Kleiman.  L'investigazione condotta dalle due testate appare più solida di altri passati tentativi di identificare Nakamoto (ritenuto da molti un semplice pseudonimo). Una delle possibilità - per quanto remota - è che si possa trattare di un elaborato inganno, magari per depistare le ricerche su Nakamoto o incassare visibilità.  “Fusion” ad esempio sostiene che l'anonima fonte che avrebbe smascherato Wright sia praticamente... lo stesso Wright. Se questo era l'intento però finora non avrebbe affatto sortito effetti positivi per Wright dal momento che, dopo la diffusione della notizia che lo vede come “creatore” dei Bitcoin, la sua casa è stata perquisita dal fisco australiano.

mercoledì 9 dicembre 2015

Strage di San Bernardino, il killer ricevette 28mila dollari sul suo conto

Syed Farook ha ricevuto un deposito di 28.500 dollari sul suo conto corrente due settimane prima che, insieme alla moglie, uccidesse 14 persone a San Bernardino, in California. Lo riporta Fox News. Secondo il rapporto, che cita una fonte anonima informata delle indagini, l'uomo avrebbe ritirato 10mila dollari della somma e trasferito 15mila dollari sul conto della madre, Rafia Farook.

Ora gli investigatori federali stanno indagando sulla donna per capire se ha avuto un ruolo nell'attacco.

Intanto emerge che l'identità pachistana di Tashfeen Malik, l'attentatrice di San Bernardino, è autentica secondo il sistema di verifica computerizzato del registro nazionale Nadra (National Database and Registration Authority).

Dal controllo emerge che il suo documento di identità, chiamato Computerised National Identity Card (CNIC), è registrato a Dera Ghazi Kha, nel Punjab centrale, mentre il suo seggio elettorale è presso la scuola elementare maschile Dhrabi. La donna compare nel registro come "figlia di Gulzar Ahmad Malik".

Dopo la strage la scorsa settimana la stampa internazionale aveva diffuso il documento di identità, ma alcuni avevano messo in dubbio l'autenticità del tesserino e ipotizzato un complotto internazionale per danneggiare l'immagine del Pakistan.

Dopo avvio raid, Isis minaccia Londra: "Sarete il nostro prossimo obiettivo"

L'Isis avrebbe annunciato che la Gran Bretagna sarà il prossimo obiettivo di attacchi terroristici. Lo riporta la Cnn, secondo cui l'allarme arriva dagli 007 europei e statunitensi. La minaccia segue l'ok della Camera dei Comuni che ha dato il via ai raid di Londra in Siria contro lo Stato Islamico.

I membri dell’Isis in Siria e in Iraq punterebbero ad attaccare la Gran Bretagna. Non è ancora chiaro tuttavia quanto la minaccia possa essere imminente. Intanto i primi raid inglesi contro contro lo Stato islamico in Siria sono iniziati. Il primo bilancio è di sei obiettivi colpiti nell’est siriano al confine con l’Iraq, dove si trova il campo petrolifero di Omar, che secondo le autorità inglesi fornisce il 10% dei profitti che l’Isis ricava dal petrolio.
Gli Stati Uniti plaudono al via libera degli attacchi aerei. “L’Isis è una minaccia globale che deve essere sconfitta con una risposta globale”, afferma il presidente americano Barack Obama. Gli fa eco il presidente francese François Hollande, secondo il quale i raid sono una “nuova risposta all’appello alla solidarietà degli europei”, dopo gli attacchi di Parigi. La Russia pur rinnovando l’invito a una “coalizione unica” contro il terrorismo in Siria, dà il suo “benvenuto a qualsiasi azione volta alla lotta”.
 I raid inglesi però espongono la Gran Bretagna a una crescente minaccia di attentati. Molti inglesi infatti hanno lasciato il Paese per andare a combattere a fianco dell’Isis e ora sono incoraggiati a tornare in Inghilterra per compiere attacchi stile Parigi.”Non prendetevela con l’Islam quando vi colpiremo”, è uno dei messaggi lanciati online.

domenica 6 dicembre 2015

Il condominio non paga il gasolio: anziana ricoverata per ipotermia

Nel grattacielo di via Pisa a Treviso da giorni si battono i denti per il gran freddo.
E c'è chi è stato perfino ricoverato in ospedale in condizioni piuttosto gravi: una residente della "Torre", 75 anni, da lunedì è ospite dell'ospedale Ca’ Foncello per ipotermia e polmonite.  Non ha retto a una settimana senza riscaldamento. Dal 23 novembre, come si legge su un cartello appeso nell'androne e scritto a mano, non ci sono acqua calda né riscaldamento.


Manca olio comubustibile. Firmato: la portinaia.  «Negli appartamenti c'è un freddo polare» dice Francesca. Il nome è di fantasia perché qui, a due passi dal centro storico, i condòmini hanno paura di uscire allo scoperto: «Meglio non farsi riconoscere» taglia corto. Ma il timore non le impedisce di dare sfogo a tutta la sua rabbia.  Racconta che lunedì l’anziana vicina di casa, già con alcune magagne di stagione, ha cominciato ad aggravarsi. E il gelo assoluto non l’ha certamente aiutata a superarli. A un certo punto ha avuto problemi respiratori e si è sentita male. I parenti che vivono con lei hanno chiamato l'ambulanza. Arrivata al Pronto soccorso è stata visitata. Diagnosi: ipotermia. A Treviso non se ne vedono poi così tanti.  «Il nuovo amministratore non ha colpe -dice Gianni, altro residente che preferisce nascondersi dietro l'anonimato- ha ereditato una situazione tragica. Ci sono tante famiglie che non pagano le spese di condominio. Alcune hanno debiti anche di 40mila euro. E adesso siamo senza riscaldamento, il gasolio è finito e nessuno lo compra. Anche perché soldi non ce ne sono. Io mi sono attrezzato con una stufetta che accendo solo in certi orari. Non oso pensare che bolletta mi arriverà. Sono qui da 3 anni, ma sto già cercando un altro posto».

Decreto "salva banche", in piazza a Roma protesta del M5S con i risparmiatori

"Siamo in piazza a Roma insieme ai cittadini e alle vittime del 'salva banche', per dare sostegno ai nostri portavoce in Parlamento che lotteranno affinché vengano annullati gli effetti nefasti del decreto voluto da governo e Banca d'Italia, che ha azzerato i risparmi di 130mila famiglie clienti di Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti". 

Così gli esponenti del M5S che, insieme ai consumatori, sono scesi in piazza Montecitorio.
"Il Movimento 5 Stelle Marche - dicono Gianni Maggi e i consiglieri regionali - è stata l'unica forza politica della regione ad essere presente in diverse occasioni di confronto con i risparmiatori; abbiamo volutamente evitato di strumentalizzare la situazione e di partecipare alle passerelle vuote, lasciandole agli altri politicanti locali, fino ad oggi silenti su Banca Marche e sull'inadeguata vigilanza di Bankitalia e Consob e che proprio per questo si sono 'beccati' dalle platee fischi e insulti".

sabato 5 dicembre 2015

Jet abbattuto, Putin avverte la Turchia: “Ci saranno reazioni oltre alle sanzioni”

“La Russia è in prima linea nella lotta all’Isis, ma gli sforzi di una nazione non sono sufficienti per sconfiggerlo”. Lo ha detto Vladimir Putin parlando dal Cremlino. Rilanciando le accuse alla Turchia di complicità con i jihadisti, il presidente russo ha aggiunto: “Non dimenticheremo l’abbattimento del jet Su-24″. “Se qualcuno pensa che la reazioni di Mosca saranno limitate alle sanzioni commerciali, si sbaglia di grosso”, ha sottolineato.

Il presidente russo ha quindi detto che la leadership turca è responsabile per la morte dei militari russi in Siria: “La Turchia si pentirà più di una volta di quello che ha fatto”, ha proseguito, aggiungendo che Mosca non ignorerà che Ankara “sta aiutando i terroristi. Qualsiasi business criminale sanguinario è inammissibile”, ha sottolineato, precisando però di considerare amichevolmente il popolo turco.
Putin ha quindi chiesto ancora una volta la collaborazione internazionale per combattere l’Isis, spiegando che “gli sforzi di una nazione non sono sufficienti per sconfiggere il terrorismo internazionale”. Per questo c’è la necessità urgente di creare un fronte internazionale comune per la lotta al terrorismo: “Tutte le dispute e i disaccordi devono essere messi da parte e deve essere creato un fronte antiterrorismo potente e unito, basato sul diritto internazionale e sotto l’egida dell’Onu”.
Il presidente russo non ha poi perso occasione per puntare il dito contro gli Stati Uniti, anche se solo indirettamente, spiegando che la destabilizzazione della situazione nei Paesi del Medio Oriente ha aperto la strada ai terroristi. Secondo Putin, è ben noto “chi voleva cacciare i regimi sfavorevoli imponendo rozzamente le proprie regole”, e questo ha portato ad “agitazioni, alla distruzione di Stati, popoli contro altri popoli, e poi loro se ne sono lavati le mani aprendo la strada ai radicali, agli estremisti e ai terroristi”.

venerdì 4 dicembre 2015

Cardarelli, caos al pronto soccorso tra barelle e attese record: "Aiutateci"

«Aiutateci». Non è più un urlo, non è più una rivendicazione, non è più un grido di dolore, non è più una preghiera, non è più una denuncia. Magari è un’implorazione sorda, disperata, ma quasi senza convinzione. «Aiutateci» per quella ininterrotta fila di barelle, «aiutateci» dell’anziano rimasto a terra un’ora in attesa di un’ambulanza, «aiutateci» perché si è oltre il collasso.

Ma anche «aiutateci» perché non si può più lavorare, «aiutateci» perché non ci si vuole assuefare al dolore dei pazienti, «aiutateci» per uno stipendio improvvisamente ridotto. È un giorno di ordinaria follia nel pronto soccorso del Cardarelli. Ordinaria, perché lunedì scorso è stato di straordinaria follia. «Non si riusciva più a camminare nemmeno tra le barelle» raccontano i sanitari. È tutta lì, nel pronto soccorso dell’ospedale più grande, la crisi della sanità campana dopo l’applicazione della normativa europea che impone a chi lavora nella sanità un tetto di 48 ore settimanali con un riposo di 11 ore ogni giorno. Benintenso: la norma targata Eu è del 2003, l’ultima proroga del 2014 ma nella Regione di diversi colori politici nessuno ha pensato a prepararsi per tempo.  E dal primo novembre, quando ci si è risvegliati dal tranquillo sogno di un’ulteriore proroga che non è giunta, il crac di un sistema dove l’assistenza territoriale è irrilevante, dove ci sono troppi ospedali inutili, dove si moltiplicano convenzioni con privati inadeguati, si è concentrato nella struttura del Vomero. La fila Quando si varca la porta del pronto soccorso si ha un attimo di smarrimento: una lunga fila di letti bianchi con linde lenzuola rosa allineati sulle pareti tra la geometria grigio-nera del pavimento e l’azzurro delle pareti. Tutto pulito, perfino ordinato nell’emergenza.  Non un lamento, non una voce troppo alta, non richieste di soccorso inascoltate. Non ci sono proteste, niente chiassate, 25 letti nel reparto, almeno 30 barelle allineate, un parente per ogni malato. E sulle sedie i «codici verdi» di altri pazienti con un dito, una mano, un piede da medicare, un dolore da far controllare. Facile, troppo facile i racconti del caos da codice rosso quando arrivano gli sparati con il loro carico di parenti violenti e arroganti. La vera prova di una nuova civiltà è nei giorni di ordinaria follia, quando pazienti, infermieri e medici sembrano vivere nella condivisione di un dolore e di un disagio con un contegno svizzero che smentisce qualsiasi stereotipo napoletano. «Abbiamo bisogno di una proroga, di sospendere per altri sei mesi l’entrata in vigore della legge europea come hanno fatto in Basilicata» dice concitato Maurizio Castricone, primario di chirurgia di urgenza. Al telefono. Perché le operazioni si susseguono e prima vengono i pazienti.

Egitto, attacco con molotov in night club al Cairo: almeno 18 morti

Almeno 18 persone sarebbero morte in un'esplosione avvenuta dentro un night club al Cairo, in Egitto. Sembra si tratti di un attentato. L'esplosione sarebbe stata provocata dal lancio di una bomba molotov. Sui numeri delle vittime c'è ancora incertezza. 

Fonti della sicurezza hanno parlato di «Almeno 12 morti e diversi feriti a seguito di un attacco con molotov lanciato da uomini mascherati contro un night club al Cairo nel quartiere di el Agouza». L'attacco è avvenuto tra le 6 e le 7 del mattino. La procura di Agouza sta esaminando il locale all'interno del quale è scoppiato l'incendio.  Ad attaccare il nightclub nella notte al Cairo «sarebbero stati due ex impiegati del locale poi licenziati». Lo riferisce il consigliere Ahmed el Bakli della procura, precisando che il «proprietario del locale ha accusato due suoi ex dipendenti». Lo rende noto la tv di Stato.

San Bernardino, la coppia killer voleva fare una strage come a Parigi

America sotto choc per la strage di San Bernardino, in California, costata la vita a 14 persone, mentre altre 21 sono rimaste ferite. L'ennesimo massacro che mostra al mondo un Paese più che mai impotente di fronte al fenomeno della violenza delle armi da fuoco. E risveglia negli americani l'incubo del terrorismo. Una pista che anche il presidente Barack Obama evoca esplicitamente, seppure a distanza di 24 ore dalla sparatoria nel centro disabili il movente resti ancora sconosciuto.  

«Non sappiamo ancora il perché di questo nuovo evento terribile», ha ammesso il presidente parlando dallo Studio Ovale della Casa Bianca, dopo aver riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale. «Potrebbe essere legato al terrorismo. Ma è anche possibile che sia legato a una lite sul posto di lavoro», ha spiegato, costretto a rinnovare l'accorato appello a porre fine alla mattanza: «Tutti dobbiamo fare di più per prevenire queste sparatorie e rendere più difficile l'accesso alle armi da fuoco in questo Paese».  Gli investigatori lavorano senza sosta. Tante le cose ancora da chiarire e capire, anche se il mosaico di ora in ora si compone di sempre più tasselli. I killer - uccisi dalla forze dell'ordine al termine di uno spettacolare inseguimento ripreso in diretta tv dagli elicotteri dei vari media - erano due: Syed Rizwan Farook, 28 anni, cittadino americano di origini asiatiche ed ex ispettore dei servizi sanitari dello stato della California, insieme alla moglie Tashfeen Malik, 27 anni, musulmana nata in Pakistan. Entrambi incensurati e mai nel radar dell'Fbi. Nella loro abitazione, nella località di Redlands, a pochi chilometri dal luogo della strage, gli agenti federali hanno trovato un vero e proprio arsenale, tra cui oltre 5 mila munizioni ed esplosivi artigianali: 12 'tubi-bombà come quello rinvenuto nei pressi della sala conferenze dell'Inland Regional Center, teatro della sparatoria, dove era in corso un party di Natale proprio degli ex colleghi di Farook.  Il congegno non è esploso - rivelano gli investigatori - solo per il malfunzionamento di un telecomando. Dettagli inquietanti, dunque, come le prime rivelazioni su Farook, che sarebbe stato 'radicalizzatò e avrebbe nel recente passato compiuto viaggi in Arabia Saudita. «Era in contatto telefonico e via social media con più di un soggetto legato al terrorismo internazionale», affermano fonti dell'Fbi, spiegando però che ogni riferimento al terrorismo di matrice islamica sia al momento prematuro. Piuttosto - si sottolinea - è probabile che la radicalizzazione di Farook possa aver contribuito insieme ad altri motivi ad accendere la miccia che ha portato alla strage. Altri motivi come, ad esempio, una controversia nata nell' ambiente di lavoro. Farook infatti - raccontano alcuni testimoni - era presente alla festa di Natale dei suoi ex colleghi.  Poi improvvisamente se ne sarebbe andato via infuriato, forse in seguito ad una discussione o un alterco. Sarebbe quindi tornato poco dopo con la moglie - entrambe vestiti con mimetica (lei di colore nero), passamontagna e giubbotti anti-proiettile - per compiere la strage, con fucili d'assalto e pistole. Tutte armi - si è verificato - acquistate legalmente. La loro fuga è terminata con il Suv su cui viaggiavano crivellato di colpi: ben 380 quelli esplosi dagli agenti, che non hanno lasciato scampo ai due assassini. Intanto i militanti dell'Isis sul web festeggiano: «Con l'hashtag #American_Burning hanno scritto diversi messaggi, tutti in arabo: »Tre leoni ci hanno fatto diventare orgogliosi«. E ancora: »le strade della California sono piene di soldati con armi pesanti, l'America sta bruciando«. Ma nessuna rivendicazione. 

Bimba picchiata e legata in un bidone della spazzatura: madre e patrigno nei guai

Prima l’avrebbero ripetutamente picchiata, causandole diverse ferite, poi l’avrebbero abbandonata in un bidone della spazzatura, al gelo del piano terra, dopo averle legato le mani con del nastro sigillante.   


La vittima di questo agghiacciante episodio di violenza che arriva dalla Pennsylvania è una bimba di appena quattro anni. Secondo l’accusa, la madre, la 31enne Crystal Jedrzejek e il patrigno, il 34enne Kristopher Newman, l’avrebbero punita così perché si era sporcata.
I fatti risalgono al 16 novembre scorso e tra una settimana inizierà l’udienza preliminare. La donna respinge ogni accusa, scaricando tutte le colpe sul compagno: “Ha fatto tutto lui, io non ero in casa quando l’ha aggredita”. Intanto l’uomo resta in carcere, mentre la madre della bimba è stata rilasciata su cauzione. Lo riporta Metro.co.uk.

mercoledì 18 novembre 2015

Parigi, braccata la mente degli attentati: spari ed esplosioni, almeno tre morti

Un blitz partito in piena notte e in gran segreto, da parte della polizia francese, a Saint Denis, con l'obiettivo di catturare il nono terrorista responsabile degli attentati a Parigi di venerdì scorso. Tre i terroristi morti - compresa la donna che si è fatta esplodere con la cintura da kamikaze - tre gli arrestati: questo un primo bilancio da parte di fonti della polizia del blitz a Saint-Denis contro la «mente» degli attentati di Parigi, Abdelhamid Abaaoud. Tre i feriti fra i poliziotti.

Tre morti nell'assalto del RAID a Saint-Denis, una donna kamikaze che si è fatta esplodere, un altro degli uomini barricati nell'appartamento circondato dalla polizia e un passante.  IL BLITZ Le forze di polizia hanno lanciato l'operazione poco prima delle 4:30 di stamani nel sobborgo a nordest di Parigi. Testimoni parlano di circa 15 minuti di spari, ripresi mezzora dopo, e di una forte esplosione. La polizia avrebbe individuato un covo di terroristi, dove sarebbero al momento barricate diverse persone tra cui uno dei ricercati per gli attacchi di venerdì notte. «Si tratta del nono attentatore e dei suoi complici», secondo una fonte di polizia citata dall'emittente Rtl.  A POCHI METRI DALLO STADE DE FRANCE Il luogo in cui i poliziotti e gli uomini delle teste di cuoio francesi del RAID stanno compiendo il blitz - nel centro di Saint-Denis - sorge a 800 metri dallo Stade de France. Venerdì sera, attorno all'impianto - nel quale si giocava l'amichevole Francia-Germania - si sono fatti esplodere tre kamikaze, provocando la morte di un passante.  UDITE ALCUNE ESPLOSIONI Almeno sette esplosioni sono state udite negli ultimi istanti a Saint-Denis, un assalto è in corso.  L'OBIETTIVO DEL BLITZ Il presunto cervello degli attentati di Parigi Abdelhamid Abaaoud è l'obiettivo del blitz delle forze di sicurezza francesi in corso a Saint-Denis. Lo ha ufficializzato la polizia sul posto.  ALMENO UN MORTO C'è almeno un morto nell'operazione della polizia a Saint-Denis, si è appreso ufficialmente. Non è certo se la vittima sia fra i poliziotti o fra gli uomini che sono obiettivo del blitz.  POLIZIOTTI FERITI Poliziotti sono stati feriti nel corso dell'assalto delle forze speciali francesi a Saint-Denis, nella banlieue nord di Parigi. È quanto riferiscono fonti vicina all'inchiesta, citate dal Figaro.  "RESTATE IN CASA" L'assalto a Saint-Denis è «ancora in corso», tutta la popolazione è invitata a rimanere «in casa»: è quanto riferiscono fonti di polizia a margine del blitz nella banlieue nord di Parigi, a poche centinaia di metri dalla basilica di Saint-Denis e lo Stade de France.

venerdì 13 novembre 2015

Bimbo con due teste nato in Bangladesh: la folla dice che è un 'miracolo'

Un corpo unico, ma due teste. E' questo quanto hanno potuto osservare i medici, appena il corpicino della bimba è uscito dal corpo di sua madre.
 La bimba ora è in terapia intensiva e i medici stanno cercando di salvarle la vita per alcune difficoltà respiratorie. 

 Suo padre Jamal, bracciante agricolo, appena l'ha vista, non poteva credere ai suoi occhi.  L'intera città è andata nella clinica dove è nata la bimba: c'erano migliaia di persone, alcuni dei quali provenienti dai paesi vicini. L'ultimo bimbo a due teste nato in Bangladesh risale al 2008 ma, sfortunatamente, morì dopo poco.

giovedì 12 novembre 2015

Ecco il pianeta sosia della Terra, è il più vicino: astronomi a caccia della vita aliena

Scoperto il pianeta sosia della Terra, più vicino a noi.   Confrontato ad alcuni dei pianeti più famosi della saga di Star Wars, è l'opposto del gelido Hoth perché è rovente (ha una temperatura di 260 gradi) ed è ancora più deserto e inospitale di Tatooine.  Al contrario di questi mondi immaginari, però, è 'vicinissimo' alla Terra e ha un'atmosfera simile a quella di Venere.

 Il pianeta, descritto su Nature, è stato scoperto dal gruppo di ricerca coordinato da Zachory Berta-Thompson del Massachusetts Institute of Technology (Mit). A causa delle temperature da forno che rendono «questo mondo alieno simile a un biscotto bruciacchiato e caldo», dice Berta-Thompson, è impossibile che vi sia acqua allo stato liquido sulla superficie e la vita come noi la conosciamo.  Tuttavia è la vicinanza a rendere questo pianeta interessantissimo per gli astronomi. Chiamato GJ 1132b, il pianeta dista solo 39 anni luce dalla Terra, che in termini di distanze astronomiche sono davvero pochi, considerando che la Via Lattea si espande per 100.000 anni luce. Per questa ragione potrebbe «diventare uno dei bersagli preferiti degli astronomi», rileva Berta-Thompson.  Grazie alla sua vicinanza gli astronomi potrebbero studiarne l'atmosfera, calcolare la velocità dei suoi venti e persino vedere il colore dei tramonti. La temperatura del pianeta, secondo gli autori, indica che potrebbe esserci un'atmosfera che somiglia a quella di Venere.  Le dimensioni di GJ 1132b, invece, sono molto simili a quelle della Terra: il raggio è circa 1,2 volte quello del nostro pianeta e la sua densità indica una composizione di rocce e ferro.  Il pianeta è stato scoperto con la tecnica dei transiti, cioè mentre passava davanti alla sua stella, con i telescopi robotici MEarth-Sud, che si trovano a 2.200 metri sul Cerro Tololo in Cile.  L'astro è cinque volte più piccolo del Sole. Tuttavia GJ 1132b riceve 19 volte più luce di quanto la Terra ne riceva dal Sole, perchè ruota molto vicino alla stella, a una distanza di 2,2 milioni di chilometri (in confronto Mercurio orbita a 57 milioni di chilometri dal Sole).

Un oggetto misterioso cadrà venerdì sulla Terra. le ipotesi: meteorite o frammento di satellite

Venerdì mattina, nell’Oceano Indiano, in un punto ancora imprecisato al largo delle coste dello Sri Lanka, un oggetto misterioso cadrà dallo spazio. Misterioso perché gli esperti che ne stanno monitorando la traiettoria ancora non sanno dire con certezza se si tratta del frammento di una missione spaziale, risalente all’epoca delle esplorazioni lunari, o se possa essere identificato con un meteorite. WT1190F: questa la sigla con cui viene segnalato; è lungo circa tre metri e, cosa che al momento interessa principalmente, non rischia di colpire zone abitate, deviando dal suo tragitto di caduta sulla Terra.

 «Per come si muove, la bassa densità della massa e le dimensioni, siamo propensi a credere che sia un residuo di “spazzatura spaziale”, però non possiamo escludere che sia una roccia» spiega Miguel Bellò-Mora, esperto di dinamica orbitale e a capo di Elecnor Deimos, azienda con un dipartimento specificamente dedicato a seguire quella che viene, appunto, definita “spazzatura spaziale”, ovvero l’insieme di frammenti di satelliti ormai in disuso che fluttuano intorno al nostro pianeta.
Le dimensioni di WT1190F non sono ancora state calcolate con certezza, dato che esse dipendono dalla sua brillantezza, ma comunque sono comprese tra uno e sei metri. «Grazie ai nuovi telescopi – continua l’esperto –, installati nei pressi di Ciudad Real (nella comunità regionale di Castiglia-La Mancha, in Spagna, ndr), osserveremo l’oggetto da giovedì notte e potremo affinare la sua traiettoria». È la densità a determinare l’origine artificiale o naturale di questi oggetti: dato infatti l’altissimo costo che l’invio di qualsiasi carico nello spazio comporta, gli ingegneri aerospaziali provano a ridurre al massimo il loro peso, ricorrendo a materiali molto raffinati. Ecco perché essi risultano parecchio più leggeri rispetto a una roccia, di densità molto maggiore.
C’è ancora un altro aspetto che rende interessante e misterioso il WT1190F: è stato identificato da poco dagli osservatori spaziali e dai sistemi che seguono i frammenti orbitanti intorno alla Terra. Si suppone, anche per questo motivo, che possa essere un oggetto localizzato anni fa ma di cui poi si persero le tracce.