venerdì 29 gennaio 2016

Le fa male l'occhio, il medico le dà una cura: "Era pieno di vermi". Poi la scoperta choc

Le fa male l'occhio e si rivolge al medico della casa di riposo in cui si trovava. Coca Miglioranza, 90enne di Buenos Aires, inizia a prendere dei farmaci ma la situazione non migliora.

L'occhio, già dolorante, della donna, ha iniziato a gonfiarsi e lentamente a riepirsi di piccoli vermi. Coca soffre di una forma di tumore della pelle che le ha aggredito l’occhio destro causandole dolore e gonfiore ma la crema che le hanno somministrato è in realtà per cani e ha anche peggiorato la già delicata condizione dell'anziana signora.  Secondo quanto riporta il Daily Mail dopo qualche giorno, notando che non migliorava, la donna si è nuovamente rivolta ai medici e uno di loro ha notato i pericolosi parassiti.
Coca è stata soccorsa in ospedale.

Francesco Nuti picchiato dal badante georgiano: "Ho paura". La Procura apre un'inchiesta

L'attore e regista Francesco Nuti è stato maltrattato, umiliato e picchiato dal suo badante, un georgiano. 
È quanto ricostruito dalla procura di Prato in una indagine per maltrattamenti scaturita da un racconto del sostituto del badante, un assistente dell'attore che sostiene di aver assistito ai maltrattamenti. 

A portare l'accaduto a conoscenza della procura è stato il fratello del regista, Giovanni Nuti. Nel procedimento il gip di Prato ha disposto l'allontanamento del badante georgiano dall'abitazione.  L'interrogatorio si svolgerà fra 10 giorni. Durante l'indagine, Francesco Nuti ha avuto un incontro con il sostituto procuratore Antonio Sangermano per essere ascoltato come vittima e durante il quale ha scritto in un biglietto la frase: «Ho paura».  Secondo quanto accertato dalla procura, i maltrattamenti sarebbero andati avanti da almeno un anno, ovvero da quando la madre del regista - disabile dal 2006 - non abitava più con lui. A cavallo tra il mese di dicembre e gennaio un ragazzo africano chiamato a sostituire il badante (che di lì a poco sarebbe dovuto partire per una vacanza), ha potuto osservare i maltrattamenti nel suo periodo di affiancamento. Il ragazzo ha raccontato ciò che ha visto alla figlia del fratello del regista, Margherita, che assieme al padre Giovanni non ha esitato a denunciare. Ieri, al ritorno dalle vacanze, all'uomo è stato immediatamente notificato l'atto del giudice per le indagini preliminari che dispone l'allontanamento dalla casa di Nuti.

Furto nella villa-museo di Vittorio Sgarbi: rubate antichità e opere per 500mila euro

Alcuni libri antichi, manoscritti e disegni risultano scomparsi dalla villa-museo familiare di Vittorio Sgarbi a Ro Ferrarese: da qualche mese opere della collezione mancavano all'appello e il critico d'arte ha presentato denuncia di furto ai carabinieri. «Il danno è davvero ingente - ha riferito Sgarbi al Resto del Carlino - Non si sa esattamente a quando risalga l'episodio, ma è da tempo che insieme al mio staff stiamo cercando 'pezzi mancanti'».


Alcuni libri antichi, manoscritti e disegni risultano scomparsi dalla villa-museo familiare di Vittorio Sgarbi a Ro Ferrarese: da qualche mese opere della collezione mancavano all'appello e il critico d'arte ha presentato denuncia di furto ai carabinieri. «Il danno è davvero ingente - ha riferito Sgarbi al Resto del Carlino - Non si sa esattamente a quando risalga l'episodio, ma è da tempo che insieme al mio staff stiamo cercando 'pezzi mancanti'».

martedì 26 gennaio 2016

Meredith, Sollecito chiede maxirisarcimento di 500mila euro "per ingiusta detenzione"

Raffaele Sollecito chiede allo Stato italiano un maxirisarcimento per «l'ingiusta detenzione» subita nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher. L'istanza è stata depositata oggi alla Corte d'appello di Firenze dai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. 

La cifra richiesta è di 500mila euro.  I legali hanno deciso di rivolgersi all'ultimo giudice di merito che si è occupato del processo. In particolare hanno chiesto un risarcimento di 516 mila euro per la detenzione alla quale Sollecito è stato sottoposto dal 6 novembre del 2007 al 4 ottobre del 2011. L'ingegnere pugliese che si è sempre proclamato estraneo all'omicidio è stato definitivamente assolto per l'omicidio Kercher dalla Cassazione insieme ad Amanda Knox.

Roma, allarme a Termini per un uomo armato con un fucile giocattolo. "Fermato e rilasciato"

Allarme terrorismo in serata alla stazione Termini di Roma: c'è stata una caccia all'uomo per la segnalazione di un uomo armato di fucile e con uno zainetto sulle spalle nei corridoi della stazione vicino ai binari. E nello scalo ferroviario è scoppiato il panico tra i passeggeri all'ordine dell'evacuazione della stazione. 
 NESSUN FERMATO Nessun uomo è stato fermato relativamente all'allarme scattato a Termini e che ha reso necessaria l'evacuazione della stazione. Secondo quanto si apprende, i carabinieri sono impegnati in alcune ricerche nella zona attorno alla stazione di Anagni, dove l'uomo, con un'arma giocattolo è stato avvistato.  L' uomo era stato bloccato in un primo momento da un carabiniere sul treno perchè aveva l'arma giocattolo ma poi era stato lasciato andare dal momento che la circostanza non era stata collegata con l'allarme e la evacuazione della stazione Termini. I carabinieri sono impegnati in ricerche nella zona attorno alla stazione di Anagni.  La presenza dell'uomo, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, è stata segnalata alla stazione Termini attorno alle 19. Le telecamere della stazione avrebbero ripreso un soggetto con un cappellino e delle scarpe a punta che, alle 19.42, ha preso il treno per Anagni, dove è stato bloccato.

Site: un nuovo video Isis mostra gli 8 terroristi del commando di Parigi

Un nuovo video di minacce contro l’Occidente è stato pubblicato da Al Hayat, media ritenuto vicino all‘Isis. Le immagini, mostrate dal Site Intelligence Group, mostrano gli otto terroristi del commando di Parigiprima degli attentati. “Non smetteremo mai di combattervi nei viaggi turistici, in quelli di lavoro, mentre dormite nelle vostre case”, afferma Abdelhamid Abaaoud, l’uomo ritenuto la mente degli attacchi.

Il video – spiega Site – sarebbe stato realizzato poco prima degli attacchi avvenuti nel cuore della capitale francese il 13 novembre, in cui i militanti jihadisti colpirono lo stadio, alcuni ristoranti e il tearo Bataclan. Il commando – ricorda Site – era composto da otto membri. Tutti compaiono nel video. Quattro di loro vengono mostrati mentre decapitano alcuni prigionieri dell’Isis. Uno di loro mentre uccide un’altra persona sparandogli.
Abaaoud, belga di origini marocchine, è associato all’attacco alla rivista satirica Charlie Hebdo, a Parigi nel gennaio 2015, ed è ritenuto una delle menti degli attacchi a Parigi. Il video – spiegano ancora gli esperti di Site – mostra come la maggioranza degli attentatori di Parigi hanno passato un periodo nei campi di addestramento dell’Isis in Iraq e in Siria.
Inoltre nel messaggio Isis Londra è indicata come “l’obiettivo” da colpire per aver autorizzato i raid aerei contro lo Stato islamico. L’appello è rivolto ai “lupi solitari”.

lunedì 25 gennaio 2016

Bimba morta in sala operatoria: "L'anestesista era al bar"

Di quella mattina ricorderà per sempre le urla strazianti dei genitori, la concitazione, i carabinieri che arrivano, la morte di Giovanna Fatello: la bambina di 10 anni entrata in sala operatoria per un intervento di routine, uccisa da anomalie, negligenze, irregolarità. 

 Maria Rollo è una delle testimoni chiave dell'inchiesta sul decesso della piccola. Sorella della titolare del bar interno alla Casa di cura Villa Mafalda, sabato 29 marzo 2014 era dietro il bancone a servire i clienti di una giornata scarsamente affollata. E ha ben chiaro che, pochissimo tempo dopo l'ingresso in sala operatoria della giovane paziente per un semplice intervento di timpanoplastica, l'anestesista che avrebbe dovuto vegliare sul buon andamento del suo “sonno”, era a prendere il caffé con due amiche, e si è trattenuto all'interno del locale per più di mezz'ora.
Maria è stata sentita dai carabinieri a luglio scorso, dopo che l'inchiesta sul drammatico decesso aveva preso una strada diversa. Si è parlato di una malformazione, di un problema legato alle allergie.  Ma la verità, giorno dopo giorno, è cambiata totalmente. Davanti allo strazio di Valentina Leoni e di Matteo Fatello, genitori che non sanno darsi pace, e di dichiarazioni che hanno sempre fatto acqua da tutte le parti, il pm Mario Ardigò ha delegato indagini, ha chiesto la ricostruzione dei tabulati telefonici, e il risultato è totalmente diverso da quello ipotizzato inizialmente: Giovanna sarebbe morta per un problema di ossigenazione e ventilazione, gli anestesisti avrebbero dimenticato di azionare una levetta che attivava il giusto meccanismo di scambio. E questo sarebbe avvenuto perché il dottor Dauri era al bar e il suo sostituto, da pochissimo tempo frequentatore della clinica, non sarebbe stato in grado di azionare tutto regolarmente, perché non conosceva la macchina. Inutile la chiamata dalla sala operatoria per chiederne il ritorno immediato. Ormai la situazione era senza rimedio.  

 LE CAUSE
Il pm nella richiesta di incidente probatorio, durante il quale verrà raccolta una testimonianza importante per l'inchiesta, conferma: «La morte avveniva dopo l'allontanamento ingiustificato dell'anestesista Dauri e in presenza di un altro anestesista non componente dell'equipe operatoria, il dottor Francesco Santilli, che non gestiva correttamente le vie aeree della paziente mediante l'apparato per anestesia Drager Fabius, non monitorava l'efficienza della ventilazione meccanica dopo averla avviata e non verificava visivamente lo stato di Giovanna Fatello per rilevare tempestivamente un eventuale stato di cianosi della pelle e delle mucose, indicativo di difetti di ossigenazione e di ventilazione, derivandone un arresto cardiaco in asistolia conseguita e progressiva ipossia per un tempo di alcuni minuti, tra le ore 9,40 e le ore 9,50».  Ma non è tutto, perché, oltre alle gravi negligenze mediche, ne sarebbero state messe in piedi molte altre, nel tentativo di limitare i danni di un simile disastro. Il pm ritiene che la cartella clinica sia falsa, che attesti la morte della bambina alle 13,40 mentre sarebbe morta tre ore e mezza prima. Che la macchina per l'ossigenazione non fosse perfettamente funzionante, così come rilevato in precedenza da un altro medico. Che qualcuno del personale infermieristico e uno degli anestesisti lavorassero “in nero”, come il dottor Santilli già dipendente dell'ospedale di Rieti, la cui presenza in sala operatoria non è stata indicata sulla cartella clinica. Nei suoi riguardi e sulla sua partecipazione “fantasma” ai tentativi di rianimazione della piccola si aggiunge anche un'indiscrezione, altrettanto grave, che è stata riferita agli inquirenti da una fonte confidenziale: qualcuno ha parlato di duecentomila euro che gli sarebbero stati dati sottobanco affinché si assumesse tutta la responsabilità della vicenda. Una accusa sulla quale non sono stati trovati riscontri, anche se le indagini continuano.

mercoledì 20 gennaio 2016

Neve su Salerno-Reggio, auto bloccate 10 ore: commissariata la A3, bufera Anas

Quasi dieci ore fermi sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Tanto è durata la disavventura degli automobilisti rimasti letteralmente intrappolati dal primo pomeriggio di ieri a causa di una nevicata.

«Questa situazione -dichiara il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi- era stata ampiamente preannunciata anche all'Anas con i bollettini meteo della Protezione civile della Regione Calabria che da oltre 36 ore prevedevano, nell'area colpita, neve fino a 200 metri sul livello del mare». Tansi ricorda che «solo l'Anas, come previsto dalla legge, deve assicurare il transito veicolare rimuovendo la neve su una strada di sua proprietà». E invece «non ha adottato alcun provvedimento preventivo per fronteggiare tale situazione».  Nello specifico, chiarisce il capo della Protezione civile, «avrebbe dovuto azionare spargisale alla caduta dei primi fiocchi di neve per evitare che attecchisse sull'asfalto». Per capire cosa è accaduto, il presidente dell'Anas Gianni Vittorio Armani ha nominato una commissione d'inchiesta interna e commissariato l'esercizio del tratto A3 interessato. «Solo a tarda notte -racconta ancora Tansi- hanno consentito alla Protezione civile di intervenire e portare aiuto alle persone ferme in autostrada, prima avremmo rischiato di intralciare i mezzi di soccorso».  Nel resto della provincia di Cosenza, la Protezione civile è intervenuta con numerosi uomini mezzi, tra cui 14 fuoristrada per soccorrere dializzati e donne in stato di gravidanza. Anche il dirigente scolastico e venti studenti del Liceo classico «Telesio», nel centro storico di Cosenza, erano rimasti intrappolati e sono stati aiutati a rientrare nelle loro abitazioni. Dopo molte ore, al momento non nevica ma l'emergenza si sposta sul problema frane, conseguente allo scioglimento della neve già caduta.  APERTA INDAGINE La Procura della Repubblica di Cosenza ha aperto un fascicolo d'indagine sul blocco, nel cosentino, di un tratto dell'Autostrada Salerno - Reggio Calabria avvenuto ieri a causa della neve. In conseguenza del blocco numerosi automobilisti sono rimasti intrappolati nel tratto tra Cosenza ed Altilia. L'indagine avviata dalla Procura di Cosenza è finalizzata ad accertare quanto è accaduto realmente ed eventuali responsabilità per gli automobilisti rimasti bloccati. Le indagini sono attualmente dirette dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri.  RITARDI IN SPARGIMENTO SALE Sono state diverse le cause che ieri hanno contribuito al ritardo nei soccorsi sull'A3 Salerno-Reggio Calabria, lasciando centinaia di auto bloccate per la neve dal primo pomeriggio e fino a notte inoltrata sul tratto tra Altilia e Cosenza. Tra queste i ritardi nelle procedure di assegnazione dei codici che consentono l'accesso in autostrada da parte dell'Anas e il mancato spargimento del sale in tempo utile. A fare il punto della situazione è stato il prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao. «Il mancato spargimento di sale in tempo utile e la mancata tempestività nell'assegnare i codici stabiliti dall'Anas che, a seconda del livello, sono solo con catene a bordo (codice giallo) o nei casi più gravi con catene montate (codice rosso) e consentono l'accesso in autostrada - ha spiegato Tomao - sono tra le cause che hanno creato il forte disagio di ieri. Il tratto tra Altilia e Cosenza è particolarmente difficile perché senza corsia d'emergenza. Per questo intendo chiedere pannelli luminosi per informare gli automobilisti, e che le informazioni radio siano più frequenti». «Stiamo pensando inoltre - ha continuato - a predisporre aree dove stoccare generi di conforto, mezzi di soccorso ed eventualmente per fare defluire le persone in attesa che venga soccorsa in casi particolarmente difficili come quello di ieri». All'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi ed il capo compartimento dell'Anas in Calabria Vincenzo Marzi. «La Protezione civile - ha detto Tanzi - aveva diramato l'allerta meteo il 18 gennaio con valenza a partire dalla mattinata del 19 gennaio e nella comunicazione si raccomandava l'attivazione della pianificazione d'emergenza».  L'ANAS CALABRIA «Il sale era stato sparso dalle 10 di ieri mattina, ma a causa dei mezzi messisi di traverso sulle corsie non è più stato possibile intervenire, determinando così le lunghe file». Lo ha detto il capo compartimento dell'Anas in Calabria Vincenzo Marzi, intervenendo alla conferenza stampa con il prefetto Giancarlo Tomao ed il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, sui blocchi di auto verificatisi ieri sulla A3 a causa della neve. «Certamente - ha aggiunto - qualcosa non ha funzionato e stiamo facendo approfondimenti per capire cosa sia accaduto ed evitare che non si ripeta».

Migranti, nuove regole: ecco cosa cambierebbe (in meglio) per l'Italia

Italia-Resto d'Europa 1-0. Nella partita della gestione dei migranti Roma può segnare un punto a suo favore: la Commissione Ue, con cui Renzi sta litigando da giorni, ha infatti fatto trapelare l'intenzione di revisione del principio secondo cui il primo Stato in cui approdano i rifugiati è quello che ha la responsabilità della custodia fino a quando non si sono concluse le procedure dell'identificazione. Una battaglia che il governo italiano porta avanti da mesi, fino ad oggi con scarsi risultati.


La modifica dovrebbe rientrare nella riforma del regolamento di Dublino annunciata da Bruxelles per marzo. L'obiettivo è quello di assicurare la redistribuzione immediata di chi arriva in Europa ed evitare che il migrante resti nel Paese dove è sbarcato per lunghi periodi in attesa di essere identificato.Per il Financial Times, che ha anticipato la notizia, si tratta indubbiamente di una "vittoria per Renzi" e di una sconfitta soprattutto per il Regno Unito e i Paesi del Gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) che non hanno alcuna intenzione di accollarsi i migranti.

Ue e Roma sempre più ai ferri corti: “Manca un vero interlocutore”

Proseguono gli attriti tra le istituzioni europee e il governo Renzi. Jean-Claude Juncker, che venerdì aveva denunciato, seccato, i troppi malintesi tra Roma e Bruxelles, avrebbe fatto sapere, attraverso “fonti europee” che alla Ue manca un interlocutore per dialogare con l’Italia sui dossier più delicati. Immediata, e altrettanto dura, la replica italiana, per bocca del ministro Gentiloni: “C’è un governo con cui dialogare”.

Le fonti definiscono il rappresentante permanente dell’Italia, Stefano Sannino, come il miglior ambasciatore a Bruxelles e riferiscono che è estremamente apprezzato il suo lavoro di mediazione, ma sottolineano che a mancare sarebbe il dialogo continuo con gli sherpa che le altre capitali inviano sui diversi temi specifici. Un metodo di lavoro che permette di smussare gli angoli, come accaduto ad esempio con la Francia che in autunno ha inviato specialisti per “negoziare per settimane” fino all’ultima virgola sulla bozza di finanziaria.
A Bruxelles invece si sottolinea il fatto che, negli ultimi mesi, si è invece osservato un vuoto di comunicazione con Roma, vuoto che ha portato a ricostruzioni fattuali fuorvianti tanto sulle banche, quanto sull’Ilva e la flessibilità. In particolar modo su quest’ultimo tema, da Bruxelles si osserva che già alla fine del 2015 era stato raggiunto l’accordo politico perché possano essere cumulate quella per gli investimenti, quella per le riforme strutturali e quella per i rifugiati. Sono però ancora da discutere nel dettaglio le cifre.
Gentiloni: a Roma c’è un governo - “A Roma c’è un governo, si discute. Ci sono problemi e sfide per l’Ue: dobbiamo stare sui problemi ed entrare nel merito… Io ho un continuo dialogo con le istituzioni sui problemi: penso che abbiamo un governo, un presidente del Consiglio, un ministro degli Esteri, un ministro degli Interni, un ministro dell’Economia. A seconda delle questioni, l’Italia ha un governo nel pieno dei suoi poteri”. E’ la risposta del ministro degli esteri Paolo Gentiloni alla Commissione europea.
“A me nessuno ha detto una cosa del genere”, ha aggiunto Gentiloni, parlando in conferenza stampa al termine del Consiglio Esteri dell’Ue. “Un tempo c’erano i cremlinologi, non mi fate fare il ‘commissionologo’”, ha concluso il ministro, rivolto ai giornalisti.
Critiche indigeste – Ma sono un po’ tutte le nostre istituzioni a non aver digerito le critiche Ue. “Se l’intento è quello di lavorare in maniera costruttiva e proficua non si cerchino scorciatoie: la Commissione conosce la composizione del governo di Roma; ci sono interlocutori per ogni dossier, tanto che sui singoli dossier e con i singoli commissari il dialogo non si è mai interrotto: continua oggi e continuerà domani”, affermano fonti governative a Bruxelles, in relazione alla polemica fra Roma e la Commissione europea.

domenica 17 gennaio 2016

Tragedia in Svizzera, una valanga travolge e uccide 2 sciatori fuoripista

Due sciatori che praticavano il freerider sono morti oggi pomeriggio in Svizzera dopo essere stati travolti da una valanga, mentre altri due compagni sono riusciti a salvarsi. L'incidente in una zona di fuori pista, nelle vicinanze del comprensorio di La Tzoumaz, nel Canton Vallese. 


L'identità delle due vittime non è ancora stata accertata ufficialmente, non sarebbero di nazionalità italiana. Dai primi riscontri degli inquirenti, la slavina si è staccata dopo il passaggio dei quattro freerider sul pendio innevato. Il fitto bosco della zona non è stato sufficiente a frenare l'imponente massa nevosa. L'intervento dei soccorritori è durato fino alle 18: sul posto gli elicotteri di Air Zermatt, Air Glacier, guide alpine e unità cinofile. Il pericolo valanghe nella zona oggi era «marcato» (indice 3 su una scala di 5 punti).

venerdì 15 gennaio 2016

Roma, incendio nella zona industriale A fuoco un capannone, un ferito

Un grosso incendio è divampato nella notte in una zona industriale della periferia est di Roma. Un capannone, gestito da alcuni cinesi, è stato avvolto dalle fiamme e nel giro di pochi minuti hanno preso fuoco anche le strutture nei pressi dello stabile. Una persona è rimasta ferita e altre cinque, lievemente intossicate, sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco.

 Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con 14 automezzi. Arrivati inoltre gli uomini del 117 e le forze dell'ordine. I pompieri hanno recuperato gli intossicati sul tetto del capannone, dove si erano rifugiati per sfuggire alle fiamme. 
Una densa colonna di fumo nero si è alzata ed è rimasta ben visibile nelle ore successive all'esplosione del rogo, quando i vigili hanno lavorato per spegnere le fiamme. Il magazzino è andato completamente distrutto. Apprensione tra i residenti dalla zona a causa del fumo e degli scoppi che si sono sviluppati mentre il materiale stipato nel deposito andava a fuoco.

Somalia,Al Shabaab attacca base dell'Unione Africana: strage di soldati

Decine di terroristi somali del gruppo Al Shabaab hanno attaccato una base dell'Unione africana nella zona sud occidentale della Somalia, vicino al confine con il Kenya. Lo ha annunciato un funzionario dell'esercito somalo. Stando alle prime ricostruzioni, i terroristi sono riusciti a fare irruzione nella base con un'autobomba e poi hanno cominciato a sparare all'impazzata. Si parla di almeno 50 morti.

Al Jazeera: 50 soldati uccisi - Ameno 50 militari kenyani sarebbero rimasti uccisi nell'attacco del gruppo terroristico somalo Al Shabaab. Lo riporta Al Jazeera. La base colpita dal gruppo legato ad al-Qaeda è quella di Ceel Cado, gestita dai peacekeeper dell'Unione africana.
Il portavoce degli estremisti legati ad Al Qaeda Abdiaziz Abu Musab ha rivendicato l'attentato kamikaze che avrebbe fatto 63 morti tra le truppe keniane, che insieme a quelle somale sono di stanza nella base di Gedo.

Lo Stato affitta 11 fari fino a 50 anni, boom di richieste: il più ambito a Maiori

Quello più ambito è il Faro di Capo d'Orso a Maiori, nel cuore della Costiera Amalfitana: ben 7 le richieste di affitto (fino a 50 anni) in base al contenuto del bando che il Demanio ha emesso per 11 fari di proprietà dello Stato. 


È boom di proposte e di offerte, infatti, per il recupero e il riuso di un primo portafoglio di fari di pregio storico e paesaggistico lungo le coste italiane: 39 quelle pervenute alla scadenza del primo bando del genere, che ha visto una grande partecipazione del territorio ma anche dell'associazionismo sociale e ambientale, dell'imprenditoria immobiliare e di investitori esteri.  Oltre al plebiscito per il faro di Maiori, le offerte si sono così distribuite: 3 per il Faro di Brucoli ad Augusta (SR), 6 per il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), 4 per il Faro di Capo Grosso nell'Isola di Levanzo - Favignana (TP), 3 per il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), 6 per il Faro di Punta Imperatore a Forio d'Ischia (NA), 3 per il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG). Per i fari gestiti dal Ministero della Difesa sono pervenute 2 offerte per il Faro Punta del Fenaio, 2 per il Faro di Capel Rosso sull'Isola del Giglio (GR), 3 per il Faro Formiche di Grosseto e nessuna oper il Faro di Isola di Capo Rizzuto (KR).

Stupra la "fidanzata" e la costringe a prostituirsi a suon di botte

«Mi sentivo un cavallo da corsa». È la frase che meglio riassume lo stato d'animo per le violenze subite da una ragazza romana.
A farle trovare la forza di denunciare il suo aguzzino è stato l’affetto e l’amore dei suoi familiari, compito della Polizia di Stato e dell'Autorità Giudiziaria, invece, porre definitivamente fine alla carriera criminale romeno di 41anni, da anni residente nella zona est della capitale. 


L'uomo si era presentato alla sua vittima come un importatore di profumi, poi, una volta carpita la fiducia della ragazza, ha iniziato a raccontarle che “accompagnava” delle prostitute al lavoro, esaltando il guadagno che da ciò ne derivava.  Circa un anno fa, inoltre, il romeno ha spiegato alla sua fidanzata che per stare con lei aveva lasciato un'altra ragazza che si prostituiva: preludio alla richiesta di portarla in strada per sopperire al mancato guadagno, con la promessa di una vita migliore con una nuova casa e tanti bambini. In breve sono arrivate anche le violenze fisiche. Vinta, a suon di botte, la resistenza della ragazza il carnefice, per prima cosa, ha fornito alla vittima i vestiti adatti, un dettagliato prezziario, nonché un vademecum sui tempi massimi per ogni singola prestazione e, quando la ragazza ha provato a rifiutarsi, è ricorso alle violenze, agli stupri ed alle minacce.  Per incrementare le entrate l’aguzzino ha preso in affitto un appartamento ed ha inserito la vittima in un sito online specializzato. In questo modo riusciva a farla prostituire ad ogni ora del giorno e della notte e, quando i tempi dedicati alle prestazioni, erano a suo parere eccessivi, erano nuove umiliazioni per la donna. L’ancora di salvezza è stata lanciata dalla mamma della vittima che, insospettita dalla presenza di abiti fin troppo sexy nell'armadio della figlia, si è rivolta al commissariato di Tivoli. Gli investigatori, con una serie di accertamenti ed appostamenti, hanno appurato quello che stava vivendo la giovane. A quel punto anche la vittima, che nel frattempo stava cercando di interrompere la relazione con il suo carnefice, ha trovato il coraggio di denunciare tutte le violenze subite.  L’uomo, insoddisfatto del guadagno tratto dalla ragazza, aveva intanto trovato un’altra vittima, italiana anche questa, che aveva già instradato alla prostituzione seguendo sempre lo stesso "copione", continuando però a perseguitare la precedente “fidanzata” con minacce di morte alternate a messaggi d’amore. Gli agenti, raccolti tutti gli elementi, ivi compresa la deposizione della nuova vittima, hanno informato la magistratura. Il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, subito eseguita dagli stessi agenti del commissariato tiburtino. L'aguzzino si trova attualmente detenuto presso il carcere di Regina Coeli mentre gli investigatori continuano a scavare nel suo passato alla ricerca di eventuali altre vittime.

Lutto per Celine Dion: morto il marito e agente René Angelil, era malato da tempo

Grave lutto per la cantante Celine Dion: è morto, all'età di 73 anni, il marito e agente René Angelil, malato da tempo di cancro alla gola.
Lo ha annunciato la cantante. Sposati dal 1994, Dion e Angelil hanno avuto tre figli. In un'intervista a Usa Today, ad agosto dell'anno scorso, la pop star aveva confessato che si stava preparando per la morte del

Angelil è stato manager della cantante da quando lei aveva solo 12 anni. Nel 2000 Dion si era ritirata dalla scene per occuparsi della salute del marito. Tre anni dopo era tornata a esibirsi come ospite fisso al Caesars Palace di Las Vegas.

giovedì 14 gennaio 2016

Crede ci sia un ladro in casa, spara e uccide il figlio 14enne che non era andato a scuola

Suo figlio era uscito all’alba per andare a scuola, e lui era sicuro di essere solo in casa. Così, quando alle 6.30 del mattino ha avvertito dei rumori provenire dal seminterrato, si è alzato dal letto, ha impugnato una pistola ed è andato a controllare.
 Con il cuore in gola ha sentito il suono dei passi di qualcuno che stava salendo le scale, ha visto una sagoma dietro la porta e a quel punto non ci ha pensato due volte: ha sparato alla nuca dello sconosciuto che era entrato in casa sua. 

Un attimo dopo la paura si è trasformata in disperazione: steso in terra sanguinante non c’era un ladro, ma suo figlio 14enne, Georta Mack, che non era più andato a scuola ed era rientrato a casa senza dire nulla per non svegliare il padre, un single di 73 anni.  L’ennesima tragedia legata alla psicosi dei furti in casa e alle “armi facili” è avvenuta martedì a Cincinnati, negli Usa. Pochi secondi dopo aver fatto fuoco, l’anziano ha chiamato il numero d’emergenza 911. «Mi ero spaventato, pensavo che Georta fosse a scuola – ha detto agli operatori in una telefonata concitata – Ho sentito dei rumori, sono andato al piano di sotto, ho visto qualcuno che saltava fuori e gli ho sparato. Mi aveva spaventato. Oh Dio, venite più in fretta che potete: mio figlio non riesce a respirare». E mentre l’operatore al telefono tentava di calmarlo dicendogli di posare l’arma e indicandogli come trattare la ferita del figlio, sul posto venivano inviati mezzi di soccorso e agenti di polizia. Il ragazzo, portato al Cincinnati Children’s Hospital Medical Center in condizioni estremamente critiche, non ce l’ha fatta: è morto alle 8.15.  Angela Campbell, una vicina, racconta di aver visto il padre di Georta in piedi davanti alla sua veranda poco dopo aver sparato. «Era attonito, completamente sconvolto – ha detto – Questa strada non sarà mai più la stessa». Ma soprattutto non sarà più la stessa la vita dell’uomo che ha ucciso suo figlio, indipendentemente dal fatto che il procuratore della Contea di Hamilton decida di incriminarlo o no.

Stefania, soldatessa stroncata da un tumore. “Colpa dell’uranio, è la vittima numero 324″

«Questa volta è una donna, una soldatessa. Si chiamava Stefania Stellaccio, aveva 31 anni ed era di Salerno. Anche per lei, come per Luciano Cipriani, l’ultimo scomparso in ordine di tempo, un cancro al cervello causato dall’esposizione all’uranio impoverito», denuncia l’Osseravtorio Militare aggiornando la lunga lista delle vittime «arrivate a 324», mentre «i malati sono oltre 3700».

 «Soldato esemplare, ragazza solare, era nota nell’ambiente militare come la soldatessa che giocava a nascondino con i bambini della guerra. Cercava di distrarre i bambini dalla violenza della guerra, anche questo significa essere soldati italiani», afferma l’Osservatorio Militare in una nota. «Evidentemente però lo spirito di abnegazione e la gioia del proprio lavoro/dovere – continua – non trovano altrettanto riscontro verso le istituzioni che dovrebbero tutelarli. In meno di un mese 5 morti, 5 giovani vite spezzate da un male derivante certamente dall’esposizione all’uranio impoverito. Su questo non ci sono dubbi.  Proprio ieri l’ennesima condanna per il Ministero della Difesa ottenuta dall’avv. Angelo Fiore Tartaglia e dall’Osservatorio Militare che da anni hanno individuato, studiato ed affrontato giuridicamente il problema». «Proprio oggi la notizia che chiarisce ancor di più di quanto possa essere grave il problema e di come questo viene pesantemente ignorato dalla politica e dalle istituzioni. Ormai è evidente che in Italia questo problema dovrà essere affrontato solo nelle aule di giustizia. Con la speranza che anche le nostre istituzioni possano maturare quel senso civico (di cui sono ricchi i nostri militari) e rispetto dei diritti a cui vengono richiamate puntualmente dalle sentenze di condanna. Andremo avanti nell’assordante silenzio di tutte le istituzioni. I funerali di Stefania si svolgeranno oggi a Roccadaspide (Sa)».

Modella muore durante la chirurgia estetica: “Filler per rimuovere i segni della risata”

Raquel Santos, modella e madre di due bimbi, è morta durante un intervento di chirurgia plastica, mentre le stavano iniettando il filler per rimuovere i segni della risata. 



Raquel Santos aveva 28 anni ed è morta la notte scorsa a Rio de Janeiro al termine di un intervento di chirurgia plastica al viso.  La giovane mamma è stata trasferita d'urgenza in arresto cardiaco dalla clinica Wagner Moraes, nella zona di Niteroi, in ospedale, dove è morta poco dopo.  Il chirurgo plastico delle dive Wagner Moraes ha detto al quotidiano Extra che la modella morta faceva uso di steroidi anabolizzanti.

mercoledì 13 gennaio 2016

"Ferma" da 4 giorni al Pronto Soccorso, muore a 61 anni: stava aspettando il ricovero

Da quattro giorni stazionava in un letto del Pronto Soccorso, in attesa che si liberasse un posto per lei. È morta così, aspettando di poter accedere al reparto di Medicina dell'ospedale di Isernia, Maria Cristina Melloni, 61enne di Agnone (Isernia).   La donna, che lavorava proprio a Isernia all'Archivio di Stato, la scorsa settimana era arrivata in ospedale per problemi di natura gastrointestinale.

In reparto però non c'erano posti liberi e così è rimasta fino a ieri al Pronto Soccorso dove è deceduta per cause che dovranno essere accertate. Sull'accaduto è stata aperta una inchiesta è già stamattina il medico legale Massimiliano Guerriero ha effettuato l'autopsia (per i risultati ufficiali bisognerà attendere sessanta giorni).  Nell'ospedale 'Veneziale', dopo i tagli ai reparti causati dal deficit della sanità regionale (il Molise è regione commissariata per quanto riguarda la sanità) sono frequenti i casi di pazienti che rimangono per giorni e giorni al Pronto Soccorso in attesa che si liberino posti letto. Nel caso specifico della donna di Agnone i medici hanno riferito di aver chiesto la disponibilità di un posto anche agli altri ospedali della regione ma di aver ricevuto risposte negative.  «Viviamo quello che è successo come una sconfitta, al di là di ciò che emergerà dall'autopsia - ha detto il medico del Pronto Soccorso Lucio Pastore, molto attivo nelle battaglie in difesa dell'ospedale di Isernia -. È vero che siamo in una situazione drammatica, con una drastica riduzione del personale medico e ausiliario, con una significativa riduzione dei posti letto. È vero che abbiamo segnalato più volte il tutto alle autorità competenti senza avere risposta, ma questa morte è comunque una sconfitta».  Sulla stessa linea anche i familiari della donna deceduta, mentre le autorità locali hanno subito avviato accertamenti. Su indicazione del presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, commissario ad acta della sanità, la Direzione generale della salute della Regione ha aperto un'indagine ispettiva presso l'ospedale dove è avvenuto il decesso sospetto. Contestualmente i vertici della Regione, con una nota, hanno anche chiesto all'Azienda sanitaria regionale di istituire una commissione per verificare l'accaduto.

Sfregiata dall’acido, diventa ‘volto’ pubblicitario di una marca di abbigliamento

Il ‘volto’ di una marca indiana di abbigliamento. È la nuova avventura di una ragazza sfregiata dal lancio di acido e che dopo la tragedia ha avviato una campagna contro questa barbara forma di punizione delle donne.

 
Laxmi Agarwal, direttrice della fondazione Chaanv, aveva 15 anni quando un pretendente respinto le ha gettato dell’acido in viso in un mercato di New Delhi. Da allora e’ diventata la ‘portavoce’ di centinaia di donne che ogni anno subiscono lo stesso abuso. Si e’ battuta per far approvare una legge che prevede pene piu’ severe per gli aggressori e che limita la vendita di acido al pubblico.  Ora ha firmato un contratto con ‘Viva N Diva’, un marchio di moda etnica indiana, per lanciare una nuova linea che si chiama «Face of Courage». «Laxmi e’ una donna molto forte – ha detto Aayushi Rastogi, responsabile della casa di moda – e che ha ispirato tutte le donne che hanno subito degli abusi. È stato fantastico averla come modella e vederla posare con i nostri abiti». L’attivista, che ora 26 anni, e’ diventata madre lo scorso anno dopo aver sposato un attivista della campagna Stop Acid Attacks. Ogni anno in India, Pakistan e in altri Paesi asiatici migliaia di donne sono vittime del lancio di acido come punizione perche’ hanno violato il codice d’onore della famiglia o perche’ hanno resistito a proposte di matrimonio.

Vende all’asta su eBay la testa di una scimmia: George Bush nei guai. Ma è un omonimo

Aveva messo la sua ‘collezione‘ in vendita su eBay: teste e mani di scimmia, porno con animali e leopardi impagliati.
 George Bush, omonimo inglese dell’ex presidente Usa, di Erith è stato arrestato con l’accusa di vendita di specie protette.

 Dovrà scontare un anno e due mesi in carcere, ma per ora la pena è stata sospesa dal tribunale di Woolwich.
“Vogliamo fermare questa importazione illegale da Giava in Indonesia, l’uomo si riforniva lì” ha detto l’investigatore Sarah Bailey.

La piccola Olivia, 9 anni, rovinata dall’iPhone: “Avrà lesioni permanenti”. Ecco cos’è successo

Ferita a 9 anni dalla custodia del suo iPhone. Olivia Retter, ragazzina di New York, ha riportato una brutta ferita, che secondo i medici resterà per sempre, dopo aver dormito con il suo smartphone.


La bambina si è messa a letto, come tutte le sere, ma dopo qualche ora ha iniziato ad avvertire un forte bruciore e si è svegliata notando l’usione sulla gamba.
La colpa è stata della custodia dell’apparecchio composta con una sostanza tossica per la pelle.  «Si è svegliata nel cuore della notte con dolori alla coscia. Io credevo che non fosse nulla di serio e le ho detto di dormirci sopra, ma la mattina seguente c’era una profonda ustione», così ha raccontato il padre della bambina al Daily Mail.
Fortunatamente non è stato nulla di grave, ma i genitori hanno voluto denunciare l’accaduto pubblicando la foto della gamba della figlia sui social.  Il messaggio che vogliono trasmettere è quello di comprare prodotti di cui si conosce la provenienza e che siano certificati, ma anche di non permettere ai propri figli un uso eccessivo dello smartphone.

lunedì 11 gennaio 2016

Liguria colpita dalle mareggiate: pali e alberi abbattuti dal vento ad oltre 80 Km/h

Cresce l'intensità del vento che da ieri flagella la costa della Liguria dove si sono registrate stamani raffiche fino a 156 km orari a Casoni, nello Spezzino. L'Arpal ha spiegato che cresce anche la mareggiata, già intensa, che dalla serata e nella prima parte della giornata di domani si prevede possa interessare soprattutto la riviera di levante. L'onda media avrà altezze fino a 5,5 metri e un periodo fra una cresta e l'altra di 11 secondi.  

Mentre l'allerta gialla (la più bassa), che riguarda solo precipitazioni e temporali, finisce come previsto alle ore 18.00, vento e mare di grande intensità interesseranno la Liguria ancora per buona parte di domani, martedì 12, riferisce l'agenzia regionale. In queste ore, infatti, si sta verificando un parziale calo nell'intensità delle raffiche, che non deve però far abbassare la guardia. Dal tardo pomeriggio è previsto un nuovo rinforzo di libeccio e l'ulteriore aumento del moto ondoso con mare tra molto agitato e grosso e mareggiate intense, che dovrebbe andare avanti fino alla parte centrale della giornata di domani.  Alberi e pali della luce caduti, un ponteggio crollato su un'auto parcheggiata, un palo pericolante, un lampione piegato in città, transenne volate su una vettura, persiane strappate. La prevista ondata di maltempo con libeccio a 80 km/h e pioggia sta impegnando dalle prime ore del giorno pompieri e vigili urbani di Genova. Decine gli interventi di soccorso soprattutto nelle località dell'immediato entroterra. Permane l'allerta giallo. Forti mareggiate nel Ponente ligure.  Allerta meteo su Centro-Nord. La perturbazione che sta interessando l'Italia porterà domani piogge sulle regioni centro settentrionali e venti forti su buona parte del paese. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un'allerta meteo che prevede, a partire dalle prime ore di domani, temporali localmente anche molto intensi e accompagnati da fulmini e forti raffiche di vento, su Liguria, Toscana, Emilia-Romagna occidentale e Friuli Venezia Giulia. Sempre dalla mattina di domani, sono attesi venti sud-occidentali, forti o di burrasca, su Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia, in estensione su Umbria, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, con possibili mareggiate lungo le coste interessate.

domenica 10 gennaio 2016

Isole Tremiti, via libera del governo alle trivelle davanti a uno dei paradisi naturali d'Italia

Autorizzate le ricerche petrolifere davanti alle isole Tremiti con un decreto del ministero per lo Sviluppo Economico, per la cifra di 1.929,292 euro l'anno. Lo denuncia Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi.  E cosi arriva il via libera alle trivellazioni al largo di uno dei paradisi naturali italiani, le isole Tremiti, nel parco naturale del Gargano, al largo di Foggia, in Puglia.


Il 22 dicembre il ministero dello Sviluppo economico ha firmato il decreto di conferimento della concessione alla Petrolceltic Italia srl, che fa capo all'irlandese Petroceltic International, specializzata nell'esplorazione, estrazione e trasporto nel settore oil & gas. Dai documenti che Repubblica ha ricevuto in anteprima, l'area interessata ha un'ampiezza di circa 373 chilometri quadrati ed è stata concessa alla multinazionale per quattro anni a 1.900 euro l'anno (5,16 euro per chilometro quadrato). 
 "La domanda è stata presentata quattro anni fa ma pensavamo che, visto il trascorrere di tutto questo tempo, non fosse stata accolta" denuncia il leader dei Verdi Angelo Bonelli "e invece poco prima di Natale ecco qui il decreto. In questo modo si va ad intaccare un'oasi naturale, come ne sono state intaccate tante altre in Italia per le esplorazioni petrolifere, dall'Adriatico al Canale di Sicilia. Questa concessione alzerà un polverone: già in agosto i pescatori delle Tremiti hanno protestato contro questo provvedimento".  Su Facebook è nato anche un gruppo "No alle trivellazioni vicino alle Tremiti, Gargano, Adriatico" che raccoglie le proteste della comunità locale sulle trivellazioni.

sabato 9 gennaio 2016

Bimbo nato senza gambe: “Errore nella lettura dell’ecografia al quinto mese di gravidanza”

Un «errore di lettura» dell’ecografia morfologica fatta al quinto mese, o una sua «cattiva esecuzione», potrebbe spiegare il caso del bimbo nato a Parma privo di gambe senza che alcuna malformazione fosse stata precedentemente segnalata alla madre.   A chiarire le possibili cause di questo evento, per il quale i genitori del piccolo hanno annunciato una causa per la richiesta dei danni, è Sandro Gabrielli, della Clinica Ostetrica del Policlinico S.Orsola di Bologna e coordinatore per l’Emilia Romagna della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche (Sieog).

 L’esame fondamentale per valutare le condizioni morfologiche del feto, spiega l’esperto, «è l’ecografia morfologica, ed in particolar modo quella che viene effettuata alla ventesima settimana di gestazione, ovvero al quinto mese. Un’ulteriore ecografia può essere effettuata alla 30/ma settimana ma, in questo periodo della gestazione, l’esame è focalizzato soprattutto alla visualizzazione e valutazione degli organi interni in formazione del feto». Per valutare le condizioni ‘fisiche’ del feto, dunque, centrale è l’ecografia del quinto mese: «Questo è il momento – sottolinea Gabrielli – in cui il feto si vede meglio, anche se non al 100%, e si procede di routine anche alla misurazione del femore e alla visualizzazione delle gambe fino ai piedi. Con l’eco alla 30/ma settimana, invece, si effettua di solito la misurazione del femore ma, se non ci sono indicazioni particolari sulla base di esami precedenti, la visualizzazione totale degli arti può anche non esserci, complice pure la posizione del feto».  Quello che potrebbe essere successo nel caso del bimbo nato a Parma, ipotizza lo specialista, «è quindi un errore nella lettura o una cattiva esecuzione dell’esame che non ha evidenziato la malformazione, ma – precisa – prima di dare una valutazione definitiva bisognerebbe appunto esaminare l’ecografia effettuata».  Ad ogni modo, avverte Gabrielli, «va sottolineato che anche gli esami ecografici non hanno una affidabilità totale: stimiamo un’accuratezza intorno all’88%. Ciò vuol dire che, anche fatta l’ecografia morfologica, non si può avere la sicurezza al 100% di assenza di malformazioni». Ci sono infatti circostanze, spiega, «in cui persino difetti importanti nel feto possono non essere evidenti all’esame: può accadere, ad esempio, nel caso in cui la gestante sia obesa, per particolari posizioni del feto e se il liquido amniotico è scarso». È però vero che, in caso di dubbi, «l’ecografia morfologica va ripetuta, anche tenendo conto del fatto – conclude Gabrielli – che il termine ultimo entro il quale poter effettuare una eventuale interruzione volontaria di gravidanza è fissato alla 21/ma settimana di gestazione».  Si sono incontrati nel pomeriggio per i primi riscontri sulle rispettive indagini interne i direttori generali dell’azienda ospedaliero-universitaria Massimo Fabi e dell’azienda Usl di Parma Elena Saccenti. Sul tavolo la vicenda del bimbo nato la notte di Natale all’Ospedale Maggiore di Parma con una gravissima malformazione. Secondo la denuncia dei legali della famiglia, gli avvocati Silvia Gamberoni e Alessandro Falzoni, al piccolo, venuto alla luce senza gli arti inferiori, nessuno avrebbe mai diagnosticato nei nove mesi precedenti al parto il grave handicap. Nel mirino dei legali il medico privato di Parma che ha seguito la madre 34enne, la Casa della Salute di Parma dove vennero fatti alcuni esami, l’Ausl di Parma e l’Azienda ospedaliero-universitaria della città emiliana.

venerdì 8 gennaio 2016

Nata con problemi cardiaci e un solo polmone: la bimba salvata con un kit da appena 20 euro

La piccola Teegan Lexcen nasce ad agosto con un solo polmone e un grave difetto cardiaco, ma i medici riescono a salvargli la vita in un modo che lascia tutti a bocca aperta. 
 I dottori del Nicklaus Children's Hospital di Miami hanno usato il Google Cardboard: un kit con cui è possibile ostruirsi il proprio visore di realtà virtuale utilizzando semplicemente cartone, un paio di forbici e colla.  

Il costo? Circa 20 euro. I cardiochirurghi pediatrici - riporta il 'Daily Mail' - hanno optato per questo strumento unito ad un applicazione per iPhone, Sketchfab, un software con cui creare realtà virtuali in 3D. In questo modo gli specialisti sono riusciti a creare una simulazione virtuale del cuore danneggiato della piccola paziente e osservarla in ogni angolo confrontando diverse opzioni di intervento. Optando alla fine per quella che ha salvato la bimba.

Clandestinità, il governo cancella il reato: ma Ncd promette battaglia

Il governo sta per varare un decreto con cui sarà cancellato, dopo sette anni, il reato di clandestinità. Via l'ammenda, resterebbe in vigore solo l'allontanamento dal Paese. La misura è fortemente sostenuta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ma la maggioranza non sembra compatta al riguardo. L'Ncd di Angelino Alfano promette battaglia e il via libera al decreto, già pronto, slitta alla prossima settimana.

I dubbi dei centristi - Secondo il quotidiano La Repubblica, a mettere i paletti e a frenare è stato proprio il ministro dell'Interno. Alfano era alla Giustizia quando, nel 2009, il decreto sicurezza emendò il testo unico sull'immigrazione dell'anno precedente. Quanto accaduto in Germania e in altri Paesi la notte di Capodanno avrebbe convinto Alfano della necessità di attendere. "Non c'è un cessate allarme che potrebbe giustificare il ripiegamento - si dice dalle parti del Nuovo Centrodestra -. Non è politicamente opportuno retrocedere". La legge del 2009 - Il reato di clandestinità è stato introdotto nel luglio del 2009. Al centro chiunque entri nel nostro Paese in modo illegale. Il testo prevede una ammenda da 5mila a 10mila euro o, in alternativa, da uno a cinque anni di reclusione. La bocciatura dell'Europa - Il rimpatrio e le sanzioni penali previste dalla legge, tuttavia, non convinsero la Corte europea di Giustizia. Secondo i giudici di Lussemburgo, che si pronunciarono già nel 2011, il provvedimento rischia di ledere il rispetto dei diritti fondamentali.

mercoledì 6 gennaio 2016

Muore a Roma Silvana Pampanini, l'attrice aveva 91 anni

Si è spenta dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli, Silvana Pampanini. Due mesi fa era stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico addominale.

Dopo un'iniziale ripresa, tanto da far pensare a un ritorno a casa, sono insorte complicanze che ne hanno interrotto il recupero. I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce in Via Guido Reni 2 Roma. A dare la notizia all'Adnkronos è l'amico e manager dell'attrice Alessandro Lo Cascio.  Silvana Pampanini, si legge in una nota del Policlinico Gemelli, «era stata sottoposta più di due mesi fa a un complesso intervento chirurgico addominale in urgenza. Dopo aver lottato a lungo sembrava aver ritrovato la grinta e il sorriso che sempre l'avevano contraddistinta». Secondo quanto comunica, in accordo con la famiglia, il medico personale professor Francesco Landi, responsabile dell'Unità operativa Complessa di Riabilitazione del CEMI dove l'attrice era ricoverata, «dopo una iniziale ripresa, in un quadro clinico sempre molto delicato, inevitabili complicanze ne hanno interrotto il recupero».

Migranti, Alfano: ricollocamenti e rimpatri, oppure Ue va verso iceberg

"Il nostro problema non è Schengen, ma il mare, il Mediterraneo, il nostro problema sono gli sbarchi". Lo ha affermato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, su Radio1. "Se dovessero esserci invece dei problemi sul confine nord-est abbiamo già rafforzato, e lo abbiamo fatto tempo fa, la presenza dei nostri militari e delle nostre forze dell'ordine", ha proseguito il titolare del Viminale.

Il ministro ha poi sottolineato l'importanza di un piano preciso per la gestione dell'emergenza migranti spiegando: "O si realizza la strategia dei tre pilastri, separazione dei migranti irregolari dai profughi, ricollocamento in Europa e rimpatri, o l'Europa farà la parte di una nave che vede a distanza un iceberg, cioè quello della grande crisi dei rifugiati, e, come se fosse impazzita, facendo finta di niente, dirige la prua verso l'iceberg"

martedì 5 gennaio 2016

"Ho preso uno squalo", e lo trasporta in auto. Pescatore finisce nei guai

Una pesca azzardata quella di un uomo australiano che rischia una multa di oltre 3000 euro per l''impresa' compiuta e documentata da un video.
Nei pressi di Safety Bay, nella zona di Perth, non è passata inosservata l'auto che viaggiava con un esemplare di squalo tigre legato al paraurti anteriore.


Oltre ad aver ignorato il codice stradale, il protagonista del video potrebbe aver violato anche le norme relative alla pesca: in base alle dimensioni, lo squalo potrebbe essere un esemplare protetto.  L'emittente Channel Seven ha già individuato il pescatore. Si tratterebbe di un uomo anziano, che avrebbe provato a giustificarsi: lo squalo era troppo pesante e, vista l'impossibilità di caricarlo sulla barca, il paraurti è diventato l'ancora di salvezza.

Charlie Hebdo, un anno dopo la strage Hollande scopre una targa. Ma il nome è sbagliato

Il presidente francese, Francois Hollande, al fianco del sindaco Anne Hidalgo, ha scoperto questa mattina una lapide «alla memoria delle vittime dell'attentato terroristico contro la libertà d'espressione perpetrato nei locali di Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015».  

La targa è stata apposta a rue Nicolas Appert, dove sorgeva la sede del giornale. Sulla lapide si leggono i nomi delle vittime in ordine alfabetico: «Frèdèric Boisseau, Franck Brinsolaro, Cabu, Elsa Cayat, Charb, Honorè, Bernard Maris, Mustapha Ourrad, Michel Renaud, Tignous, Georges Wolinski». Alla cerimonia, dopo la quale è stata deposta una corona di fiori ed è stato osservato un minuto di silenzio, hanno partecipato i familiari delle vittime, il primo ministro Manuel Valls, il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve e la ministra della Cultura, Fleur Pellerin.  LAPIDE SBAGLIATA Il nome del disegnatore Georges Wolinski, sulla lapide in memoria delle vittime di Charlie Hebdo scoperta stamattina dal presidente Francois Hollande, è scritto in modo sbagliato. Lo hanno scoperto semplici cittadini che hanno notato la «y» alla fine del cognome del notissimo vignettista francese ucciso un anno fa e hanno affidato i loro messaggi ironici ai social network, facendo notare che si scrive Wolinski e non Wolinsky.