Il governo sta per varare un decreto con cui sarà cancellato, dopo sette anni, il reato di clandestinità. Via l'ammenda, resterebbe in vigore solo l'allontanamento dal Paese.
La misura è fortemente sostenuta dal ministro della Giustizia, Andrea
Orlando, ma la maggioranza non sembra compatta al riguardo. L'Ncd di Angelino Alfano promette battaglia e il via libera al decreto, già pronto, slitta alla prossima settimana.
I dubbi dei centristi - Secondo il quotidiano La Repubblica,
a mettere i paletti e a frenare è stato proprio il ministro
dell'Interno. Alfano era alla Giustizia quando, nel 2009, il decreto
sicurezza emendò il testo unico sull'immigrazione dell'anno precedente. Quanto accaduto in Germania e
in altri Paesi la notte di Capodanno avrebbe convinto Alfano della
necessità di attendere. "Non c'è un cessate allarme che potrebbe
giustificare il ripiegamento - si dice dalle parti del Nuovo
Centrodestra -. Non è politicamente opportuno retrocedere". La legge del 2009 -
Il reato di clandestinità è stato introdotto nel luglio del 2009. Al
centro chiunque entri nel nostro Paese in modo illegale. Il testo
prevede una ammenda da 5mila a 10mila euro o, in alternativa, da uno a
cinque anni di reclusione. La bocciatura dell'Europa -
Il rimpatrio e le sanzioni penali previste dalla legge, tuttavia, non
convinsero la Corte europea di Giustizia. Secondo i giudici di
Lussemburgo, che si pronunciarono già nel 2011, il provvedimento rischia di ledere il rispetto dei diritti fondamentali.
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