venerdì 27 maggio 2016

G7, Matteo Renzi: "LʼItalicum non si tocca, elimina gli inciuci. Migranti? Non cʼè alcuna emergenza oggi"

Nella conferenza stampa conclusiva del G7 di Ise-Shima, in Giappone, il premier Matteo Renzi sottolinea come "ci vuole l'orgoglio di essere italiani". Per Renzi l'orgoglio si concretizza "in un mix di valori umani che rappresentiamo continuando a impegnarci nel Mediterraneo". Spazio anche alla politica italiana. "L'Italicum non si discute, elimina il rischio degli inciuci permanenti". E sui migranti: "Parlare di emergenza al momento è fuori luogo".Per il presidente del Consiglio la nuova legge elettorale "dà la certezza a chi arriva prima di governare. E' una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone".


Riferimento poi al prossimo G7 che si terrà in Italia, a Taormina. "Nel nostro G7 terremo insieme sogno e concretezza - spiega -. Farlo in Sicilia non è un caso. La Sicilia della Magna Grecia, della bellezza, della filosofia, del barocco ma anche del volontariato e del farsi carico degli altri".

"Nessun collegamento tra Italicum e referendum" - Inevitabile una parentesi sul referendum. "Abbiamo offerto ai cittadini la possibilità di essere arbitri del proprio futuro, loro decideranno. Sono convinto che lo faranno come dicono loro non come viene suggerito da un capo di un partito o l'altro. Nessuno che sostiene la forza della politica può votare contro - ha continuato -: è la più grande riforma di riduzione del costo della politica. Se vince il no ci teniamo le regioni come sono, se vince il sì c'è una riduzione dei politici e del costo dei consiglieri regionali. E' una sfida grossa". Infine un messaggio a chi spinge per il "no" sostenendo la pericolosità del combinato tra riforma costituzionale e legge elettorale: "Non può esserci nessun collegamento tra legge elettorale e referendum costituzionale. Ma chi vuole votare no ha tutto diritto di farlo...".
"Sul tema migranti bisogna passare a fase concreta" - Nel suo discorso Renzi ha ribadito la necessità di affrontare la questione migranti come "sfida globale" passando "dalla fase della condivisione a quella della concretezza". "Il Migration Compact va bene - ha aggiunto -, ora aspettiamo la fase di concretizzazione" per iniziare a lavorare con i primi Paesi che sono stati già individuati, come il Niger. "Quelli sotto la fascia subshariana, interessati a lavorare con Ue". "Speriamo che da qui al prossimo Consiglio Ue tra un mese la questione non sia solo un tema sul tavolo ma ci sia un messaggio concreto dell'Ue", ha sottolineato il premier.
"Polemiche nel Pd sono solo autoreferenziali" - "C'è un governo in Italia che sta realizzando alcune riforme ferme da anni - ha proseguito Renzi -. Che il massimo della discussione sia la modalità di designazione dei parlamentari, un dibattito interno e autoreferenziale della classe politica, mi lascia perplesso: se a la discussione interna del principale partito deve essere le modalità, capisco le ansie, ma mi sembra riduttivo" invece di affrontare il "vero dibattito della sinistra nel mondo tra libertà e uguaglianza".
"Nel G7 in Italia insieme sogno e concretezza" - Il premier è poi passato a parlare dell'edizione 2017 del G7 che si terrà a Taormina: "Nel nostro G7 terremo insieme sogno e concretezza. Farlo in Sicilia non è un caso. La Sicilia della Magna Grecia, della bellezza, della filosofia, del barocco ma anche del volontariato e del farsi carico degli altri".

Pompei choc, turisti urinano tra le tombe degli Scavi

Pompei. Choc tra le antiche vestigia della «regina» dell’archeologia: la necropoli dell’area Pacifico profanata dall’urina dei turisti. La denuncia arriva da un giovane utente di Facebook che ha postato, sul proprio profilo social, foto di stranieri che urinano tra le tombe degli scavi archeologici. Le foto diventano virali e indignano il web. La zona interessata dal “turismo” fisiologico è la necropoli. 

La domanda che si pongono i naviganti della rete: “la sorveglianza?”.
L’area interessata da questa sorta di vandalismo è chiusa al pubblico. Ad essere indignato è anche il direttore generale della soprintendenza, Massimo Osanna, che pur non vedendo in foto persone che urinano – al contrario della polemica che impazza sul web sulla questione della pipì sulla necropoli – si è detto “deluso dal non rispetto del patrimonio culturale mostrato da giovanissimi”. “La zona oggetto di violazione da parte di turisti è circoscritta da dissuasori – ha spiegato il professor Massimo Osanna - sono inorridito dalla maleducazione di giovanissimi che hanno ignorato i divieti. Proprio loro che dovrebbero dare l'esempio di tutela del patrimonio dell’umanità". 

mercoledì 25 maggio 2016

Il governo gioca d’anticipo, Poletti: “Più soldi alle pensioni minime”. Ma servono due miliardi

Al termine dell'incontro con i rappresentanti del governo i segretari di Cgil, Cisl e Uil sorridono. Dopo mesi di polemiche, finalmente organizzazioni dei lavoratori e esecutivo si sono seduti allo stesso tavolo per discutere di pensioni. Il confronto in realtà non è entrato nel merito anche perchè ogni misura verrà inserita nella legge di stabilità in autunno. Però il ministro del Lavoro Poletti ha confermato che l'obiettivo è un intervento di aiuto per le pensioni minime e l'introduzione di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro.  


 Su quest'ultimo punto, l'esecutivo intende proporre soluzioni diverse a seconda delle situazioni. In pratica, il lavoratore che volontariamente decide di anticipare l'uscita dovrebbe subire una penalizzazione annua sull'assegno di pensione vicina al 4%. Discorso diverso, invece, per chi è disoccupato o occupato in aziende in crisi: uscendo dal lavoro in anticipo potrebbe subire una penalizzazione più bassa. L'uscita anticipata verrebbe comunque consentita solo a chi mancano tre anni per raggiungere l'età di vecchiaia (la classe dei nati negli anni 51-53 per il 2017). Quel che è certo, come ha detto il premier, è che «chi va in pensione prima dovrà rinunciare a qualcosa». Il meccanismo meno oneroso per i conti dello Stato e dunque più probabile rimane quello del prestito con l'intervento del sistema bancario e di quello assicurativo. Sul tappeto, poi, ci sarebbe anche l'ipotesi di un intervento per rendere meno oneroso il riscatto della laurea. In tal caso si andrebbe prima in pensione, ma con meno contributi e quindi con un assegno più leggero.  Sulle pensioni minime, invece, il governo non si è sbilanciato. Da tempo si ipotizza l'estensione a questa categoria di pensionati del bonus di 80 euro già previsto per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 26.000 euro l'anno. L'intervento sarebbe però molto costoso dato che i pensionati che prendono cifre inferiori al trattamento minimo (502 euro) sono circa due milioni e le casse statali dovrebbero sostenere un peso di almeno due miliardi l'anno. Nonostante dunque la sostanza degli interventi non sia stata ancora chiarita, i sindacati hanno apprezzato le aperture del governo al dialogo. «Dopo anni il governo ha accettato di aprire un confronto su temi come lavoro e previdenza - ha sottolineato il segretario Cgil Susanna Camusso - Nei prossimi incontri misureremo anche se il confronto si traduce in un'effettiva disponibilità a costruire soluzioni oppure si limita all'ascolto». 

Paura in Spagna, aereo sfiora tre droni in fase d’atterraggio

Il pilota di un Airbus 320 della Lufthansa in arrivo da Francoforte ha dovuto fare una «manovra evasiva» sabato scorso per evitare tre droni che volavano a circa 900 metri di altezza mentre atterrava all’aeroporto di Bilbao, nel nord della Spagna, riferisce oggi la stampa di Madrid. L’atterraggio si è poi svolto normalmente. 

Un elicottero della polizia ha tentato di intercettare i tre piccoli velivoli radiocomandati, senza successo. Non hanno avuto esito neanche le ricerche a terra dei loro proprietari.  La legge spagnola vieta fra l’altro che i droni possano volare a più di 150 metri di altezza e nel raggio di 8 km attorno ad un aeroporto. Già due mesi fa si rischiò uno scontro fra un aereo ed un drone all’aeroporto parigino di Charles de Gaulle.

martedì 17 maggio 2016

Torino, finti gioiellieri rapinano rappresentante: due arresti

I carabinieri di Torino hanno arrestato due uomini che si spacciavano per gioiellieri svizzeri. Sono accusati di aver rapinato una rappresentante di gioielli, il 9 maggio, nel Torinese. 

L'intera refurtiva è stata recuperata e sono stati sequestrati oltre 2 milioni di euro e franchi svizzeri con la scritta facsmile. I due sono sospettati di aver messo a segno decine di colpi in tutta Europa.

Il ministro Giannini: "Scuole aperte anche dʼestate e la domenica"

Si intitola "Scuola al centro" il progetto che il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha presentato ai colleghi del G7 in corso in Giappone. "Vogliamo lasciare aperti gli istituti medi e superiori durante l'estate e la domenica - spiega al "Messaggero" -, per i ragazzi che restano a casa e finiscono a passare le giornate per strada. Si potranno usare per fare sport, musica e laboratori. E ai docenti un piccolo compenso aggiuntivo".

 Quello prospettato dal ministro è un investimento da 10 milioni di euro per rendere le scuole un polo aggregativo 365 giorni all'anno e non solo un posto dove passare il tempo sui libri. Insomma, i ragazzi non passeranno luglio e agosto a ripassare matematica... "Pensiamo allo sport, a scuole di musica e teatro. Ma anche vari laboratori artistici" spiega la Giannini. E l'apertura "straordinaria" degli istituti potrebbe estendersi oltre i mesi estivi, rendendo le scuole accessibili la domenica durante l'anno scolastico. "Se il progetto che sperimenteremo quest'estate andrà bene, perché no?" risponde il ministro. Ma i docenti come saranno coinvolti in tutto questo? "Non sono obbligati a partecipare - dice la Giannini -, lo farà solo chi vorrà. E ci sarà un compenso, ma non molto alto". Al resto ci pensarenno associazioni di volontariato e per ogni città ci sarà un bando pubblicato sul sito areearischio.it per organizzare le équipe che seguiranno i ragazzi.

Ruba due prosciutti, commesso arrestato: "Lo stipendio non basta"

«Lo stipendio non mi bastava per far fronte a spese, affitto e mantenimento della famiglia»: così un commesso dell’Iperlando di via Feltrina ha spiegato come mai domenica sera ha deciso di rubare due cosce di prosciutto da 400 euro esposte nel market in cui lavorava. 

L’uomo, 35 anni, è stato smascherato dalle telecamere a circuito chiuso. La leggerezza gli è costata l’arresto e probabilmente peggiorerà la sua situazione economica, visto che il licenziamento appare inevitabile.

lunedì 9 maggio 2016

Renzi al M5S: "Non chiediamo le dimissioni di Nogarin"

Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi è intervenuto oggi alla direzione del partito.Renzi ha aperto la direzione del Pd ricordando Aldo Moro e Peppino Impastato. «È una giornata carica di significato - ha detto - il pensiero corre alla grande figura di Moro e della scorta ma il 9 maggio è doveroso richiamare altre donne e uomini: è l'anniversario della tragica uccisione di Peppino Impastato. Ma è anche il giorno di festa dell'Europa».   «Sono rimasto sorpreso che alcuni giornalisti mi hanno chiesto perché facciamo la direzione visto che non abbiamo molto su cui litigare - ha sottolineato all'inizio del suo intervento in direzione. 

A parte che ci sottovalutano ma sarà un gran giorno quello in cui non ci si stupisce che ci siano organismi che discutono e dialogano anche quando non ci sono problemi. La vera eccezione non siamo noi, i partiti concorrono in modo democratico al governo della res pubblica. Sarebbe bello se anche altri trovano luoghi in cui si preferisce la fatica della democrazia alla dinastia», ha continuato polemizzando con il Movimento 5 stelle.  «Non abbiamo nessun motivo per continuare una sfibrante discussione interna quando altri nostri compagni sono impegnati in prima fila della campagna delle amministrative. Non chiedo una moratoria delle polemiche. Ma si deve fare uno sforzo per non vergognarsi di ciò che abbiamo fatto in questi anni e di ciò che dobbiamo fare sul territorio
Non voglio sottacere i tanti problemi sul territorio: sono meno di quelli che i media raccontano, più di quelli che dovrebbero esserci», ha proseguito Renzi.  «Dal 20 maggio al 15 luglio lanciamo una mobilitazione permanente: quel giorno dovremo presentare le firme per il referendum costituzionale. Sono già presentate da deputati e senatori, formalmente il referendum è già in pista. Ma credo che sia giusto che il Pd faccia quello che stanno facendo anche gli altri: andare piazza per piazza a chiedere comunque ai cittadini di mettere la firma sulla richiesta del referendum e diffondere il più possibile comitati dal basso», ha affermato Renzi.   «Un minuto dopo il referendum se andrà bene come io credo, si deve continuare il percorso delle riforme, il 2017 avrà eventi internazionali ma contemporaneamente io aprirei la fase congressuale anticipando di qualche mese il congresso», ha poi detto Renzi, chiedendo un anticipo di qualche mese del congresso del 2017.  «Accade a due compagni di partito di essere assolti dopo otto anni e di non riuscire ad andare sulle pagine nazionali se non per qualche trafiletto dopo che i titoli delle indagini avevano aperto i tg. Quando chiediamo, rispettando i magistrati, che si vada a sentenza, non stiamo chiedendo la luna ma la civiltà giuridica e il rispetto dei valori della Carta costituzionale», ha poi ribadito Renzi. «Abbiamo fatto molti interventi sulla giustizia che non hanno cambiato opinioni giornali ma gli articoli codice penale», ha sottolineato.   «C'è un doppio-pesismo incredibile e non mi riferisco solo alla Toscana a 5 Stelle o alla Lombardia in camicia verde, chi è garantista con i suoi e giustizialista con gli altri è insopportabile. Noi siamo genuinamente garantisti, non chiediamo dimissioni Nogarin, lui farà le sue valutazioni con il suo consiglio comunale», ha poi detto Renzi.  «L'Europa continua a inseguire la strada della paura. Il Brennero è l'esempio più concreto, ahimè non l'unico. Quando hai scommesso su un'Europa che non abbia confini interni ma a fronte di questo non hai il coraggio di essere conseguente appena emerge un piccolo segnale di difficoltà o disagio, ti mostri poco credibile agli occhi della tua gente», ha detto ancora il premier. «Se crei fantasmi o credi ai fantasmi creati da altri, chi è più bravo ad alimentare paure e generare mostri, vince sempre».  «Il tono becero e barbaro usato da alcuni in questi mesi, come il generico buonismo del "venghino signori venghino" sono soluzioni entrambe destinate a sconfitta e fallimento», ha poi sostenuto Renzi.  Renzi ha quindi lanciato una nuova sfida al Pse. «Se vogliamo fare qualcosa di serio come Pse, e ci proveremo coinvolgendo a Roma i capi di governo, dobbiamo giocare la carta dell'economia innovativa, dell'immigrazione con una strategia di ampio respiro ma anche affermare che il tema chiave è l'identità culturale, l'educazione e il capitale umano».   «Tutti ad applaudire» gli interventi sull'Europa di Barack Obama e di papa Francesco, «e poi che accade? Accade che l'Europa continua ad inseguire la strada della paura», ha continuato Renzi. «C'è la necessità di una grande scommessa politica sull'Europa. È da contrastare l'idea che si possa fare una scommessa sulla paura», ha aggiunto. «Obama ha ricordato all'Europa cosa deve essere e cosa non è più, innanzitutto negli occhi dei propri leader. Se i leader non indicano una direzione, poi non si possono lamentare che i cittadini non camminino al passo giusto», ha sottolineato. «Papa Francesco ha detto "cosa ti è successo Europa?" e ha innestato riferimenti di grandissimo impatto a lavoro, economia sociale, a un'Europa che sia capace di veder crescere i sogni delle persone in un orizzonte non circondato alla paura».  «Noi possiamo raccontarci quello che vogliamo ma da quando abbiamo vinto le europee qualcosa è cambiato, meno di quanto voluto ma più di quello che loro avrebbero pensato. La costante rivendicazione del cambio di paradigma in politica economia ancora non è sufficiente a nostro giudizio ma 27 miliardi di flessibilità sono tutt'altro che briciole. Chi dice che è poco non ha mai preso un bilancio in mano», ha poi rilevato Renzi, rivendicando l'iniziativa italiana in Ue su politica economica e migratoria.   «La rivendicazione della flessibilità - ha affermato - è un richiamo alla necessità di un cambio di passo sulle grandi questioni di politica eco e fiscale. Ricordo che al vertice del giugno 2014, ero solo come un virus in quella stanza a chiedere non che ci fosse non un riferimento alla flessibilità ma un richiamo, non è che non volevano darci la flessibilità, non volevano neanche citarla ritenendo la semplice evocazione verbale come un agguato».  «Barack Obama - ha detto ancora Renzi - scrive una pagina nuova del rapporto tra politica e comunicazione. Ci sono sempre stati momenti, da Pericle in poi, in cui grandi personalità hanno saputo tracciare con la forza delle parole uno scenario e un orizzonte che altri non vedevano. Obama è stato capace in diversi passaggi della sua esperienza di utilizzare questa forza», ha insistito il premier. «Io sono affezionato al discorso del febbraio 2007 quando annunciò una candidatura che sembrava improbabile, al discorso dello Yes, we can, che cambiò la dinamica politica della campagna del 2008, restituendo alla politica il compito di offrire una speranza, un'opportunità. L'intervento di Berlino in cui parlò all'Europa da alleato: allora la dottrina di politica estera discussa e contestata era quella unilaterale di George Bush. Obama si presentava come molto discusso, quasi incerto sulla politica interna ed economica e invece grande innovatore in politica estera», ha ricordato tra l'altro.